Quali sono le differenze tra pignoramento e ipoteca?
06.09.2017 12:41
Spesso una cosa per essere percepita come reale deve produrre effetti concreti, tangibili, o avere ripercussioni su qualcosa di materiale, che ci appartiene. È indubbiamente questo il modo più immediato per “toccare con mano” quello che succede.
Un impatto, questo, particolarmente sentito e doloroso in caso di debiti: generalmente, i primi “sintomi” che qualcosa di irrevocabile potrebbe accadere sono l’evocazione di concetti come ipoteca e pignoramento. Le sole parole sono infatti in grado di evocare scenari cupi e angoscianti. Tuttavia, si tratta di situazioni distinte e diverse, che non necessariamente si sovrappongono. Proviamo a fare ordine … e sgomberare il campo da timori superflui.
L’ipoteca rappresenta una garanzia nei confronti del creditore, che si tutela dall’eventuale insolvenza della controparte e acquisisce una priorità rispetto ad altri creditori. Esempio: accendi un mutuo per comprare casa, e la banca iscrive un’ipoteca sull’immobile. L’istituto di credito si mette così al riparo dal rischio che una o più rate non vengano pagate potendo rivendicare la proprietà della casa.
Questa misura precede il pignoramento, e non impedisce comunque di disporre dei beni interessati, ad esempio vendendoli.
Pignoramento ed esproprio sono invece sinonimi, e indicano la procedura, regolamentata dagli articoli 483 e 604 del codice civile, con cui i beni vengono forzatamente sottratti dal debitore. Quest’ultimo non può quindi può disporre degli stessi.
Il pignoramento è il passaggio preliminare per monetizzare il valore di beni mobili e immobili e saldare i crediti secondo un criterio di priorità. L’espropriazione immobiliare può riguardare, oltre all’immobile, le sue pertinenze, i frutti pendenti e i mobili contenuti all’interno.
Inoltre, secondo l’articolo 2911 del codice civile, se il creditore ha ipotecato un immobile, deve procedere all’esproprio dello stesso, prima di pignorarne altri.
Differenza tra pignoramento e ipoteca
Spesso una cosa per essere percepita come reale deve produrre effetti concreti, tangibili, o avere ripercussioni su qualcosa di materiale, che ci appartiene. È indubbiamente questo il modo più immediato per “toccare con mano” quello che succede.
Un impatto, questo, particolarmente sentito e doloroso in caso di debiti: generalmente, i primi “sintomi” che qualcosa di irrevocabile potrebbe accadere sono l’evocazione di concetti come ipoteca e pignoramento.
Le sole parole sono infatti in grado di evocare scenari cupi e angoscianti. Tuttavia, si tratta di situazioni distinte e diverse, che non necessariamente si sovrappongono. Proviamo a fare ordine … e sgomberare il campo da timori superflui.
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L’ipoteca rappresenta una garanzia nei confronti del creditore, che si tutela dall’eventuale insolvenza della controparte e acquisisce una priorità rispetto ad altri creditori. Esempio: accendi un mutuo per comprare casa, e la banca iscrive un’ipoteca sull’immobile. L’istituto di credito si mette così al riparo dal rischio che una o più rate non vengano pagate potendo rivendicare la proprietà della casa.
Questa misura precede il pignoramento, e non impedisce comunque di disporre dei beni interessati, ad esempio vendendoli.
Pignoramento ed esproprio sono invece sinonimi, e indicano la procedura, regolamentata dagli articoli 483 e 604 del codice civile, con cui i beni vengono forzatamente sottratti dal debitore. Quest’ultimo non può quindi può disporre degli stessi.
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Il pignoramento è il passaggio preliminare per monetizzare il valore di beni mobili e immobili e saldare i crediti secondo un criterio di priorità. L’espropriazione immobiliare può riguardare, oltre all’immobile, le sue pertinenze, i frutti pendenti e i mobili contenuti all’interno.
Inoltre, secondo l’articolo 2911 del codice civile, se il creditore ha ipotecato un immobile, deve procedere all’esproprio dello stesso, prima di pignorarne altri.
La redazione