Quando è annullabile (parzialmente o totalmente) una cartella esattoriale
20.09.2017 12:16
Chi ci è passato lo sa
Scoprire di avere un debito è spesso l’inizio di un periodo turbolento. In un primo momento si è vittima di un misto di ansia e panico, e mille interrogativi affollano la mente (“come ho fatto a dimenticarmi di pagare?”, “a cosa vado incontro se non posso estinguere integralmente la pendenza?”).
Dopo aver riacquisito un minimo di controllo di sé, con lucidità e pragmatismo si passano in rassegna le possibili soluzioni al problema.
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Infatti, anche laddove il debito sia imputabile a mancanze ed errori del debitore, quest’ultimo, tecnicamente, può far riferimento a specifiche casistiche connesse a vizi della cartella di pagamento, per veder azzerare o comunque ridimensionare l’importo da versare. Uno dei più comuni è rappresentato dall’assenza di informazioni inerenti modalità di calcolo degli interessi e tasso applicato.
In tal senso si è ormai consolidato un ben preciso orientamento giurisprudenziale, anche a seguito delle pronunce della Cassazione. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta
Cartelle di pagamento: come sono e come dovrebbero essere
Quando il contribuente non paga una tassa, alle sanzioni si sommano gli interessi, che vengono computati per il periodo compreso tra il giorno in cui sarebbe dovuto avvenire il versamento fino a quello in cui è avvenuta l’intimazione.
Scatta così l’iscrizione a ruolo, ovvero l’ente titolare del credito delega formalmente Agenzia delle Entrate Riscossione a procedere per il recupero delle somme pendenti. Così viene emessa la cartella esattoriale, cui può seguire il pignoramento.
Detto documento deve fornire una serie di informazioni, tra cui l’indicazione del tributo con relativo codice, l’ammontare e l’anno in cui è maturato, gli oneri di riscossione, le spese di notifica e gli interessi.
Per considerarsi completa la cartella esattoriale deve infatti riportare il tasso utilizzato e il momento in cui lo stesso è stato applicato. Dal canto suo Equitalia in passato si è limitata, il più delle volte, a riportare il totale addebitato a titolo di interessi.
Le cartelle esattoriali, essendo espressione della pretesa impositiva della pubblica amministrazione, devono essere redatte ottemperando il principio della trasparenza, previsto congiuntamente dalle norme sul procedimento amministrativo e dallo Statuto del contribuente. Ne consegue che quest’ultimo va adeguatamente informato non solo in merito alla motivazione che ha originato il provvedimento, ma anche circa il tasso di interesse applicato al suo debito.
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Tuttavia, mentre i giudici concordano sulla necessità di sanzionare gli avvisi di pagamento lacunosi, le conseguenze tratte in riferimento all’importo che il cittadino deve pagare sono differenti di caso in caso. Talvolta infatti l’assenza dell’indicazione del tasso d’interesse applicato ha comportato l’annullamento dell’intero importo, in altre circostanze, invece, si è reso comunque necessario il pagamento di imposte e sanzioni.
La redazione