Quando rischi il pignoramento della casa?
Buttare sistematicamente in avanti la palla, NON è la strategia più efficace per affrontare un’emergenza dai contorni nebulosi
L’ultima con cui ci siamo ritrovati a fare i conti, in ordine di tempo, e la pandemia di Covid19. Nelle scorse settimane il Governo ha annunciato l’ennesima proroga del congelamento delle cartelle esattoriali, e del blocco dei pignoramenti. Nel 2021, però, i creditori, istituzionali e non, busseranno alla porta dei debitori. Ecco qualche consiglio per evitare di farsi trovare impreparati.
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Una delle questioni che angoscia di più i contribuenti è quella del pignoramento della casa. Quando si è effettivamente a rischio? Come comportarsi, quindi, se il creditore è il Fisco? Che fare, invece, se si devono dei soldi a banche o privati?
Se la controparte è Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento immobiliare è possibile se la somma pendente è di almeno 120mila euro, e se gli immobili di proprietà del debitore sono stimati almeno 120mila euro. L’esproprio, inoltre, deve essere preceduto da comunicazione di ipoteca nei 30 giorni precedenti.
Se invece ad esigere il credito è una finanziaria, il condominio o un parente, non esiste alcuna soglia minima da rispettare, per mettere in moto la procedura.
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