Ricattato dalla banca, il Tribunale lo salva dai tassi usurari
10.11.2015 12:11
O paghi, o ti rovino la vita
Un ultimatum degno di un’associazione malavitosa, eppure a pronunciarlo è stato il dirigente di un istituto di credito. L’ex Banca Abruzzese, per la precisione.
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Il malcapitato, un imprenditore titolare di un’azienda elettronica di Ortona, vittima di tassi diventati, nel corso del tempo, talmente pressanti e stringenti da sconfinare nell’usura.
L’uomo però non si è arreso, e la banca ha pensato di punirlo con una segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi. A questo punto l’imprenditore ha contattato Sos Utenti, chiedendo una perizia sui propri conti, e da qui è emerso che erano stati pagati interessi indebiti per un totale di circa 50.000 euro. Così il Presidente del Tribunale di Sulmona, Giorgio Di Benedetto, ha disposto la cancellazione dal Crif.
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«Il fenomeno delle illegittime segnalazioni alla Centrale Rischi-Cattivi pagatori (sofferenza e altre simili evidenze) è alquanto diffuso tra le Banche Abruzzesi e Italiane», ha spiegato Gennaro Baccile (Sos Utenti). «In generale, soprattutto a carico di aziende piccole perché è risaputo come da esse bene o male si riesca a recuperare il denaro. Le stesse banche nascondono invece le vere sofferenze, determinate da Aziende di maggiori dimensioni i cui crediti sono stati concessi secondo logiche di compromessi o conflitti di interessi, tra Banchieri e imprenditori, nonché con l’intercessione dei galoppini della politica».
Intanto, l’imprenditore ha dovuto fare i conti con la distruzione della sua credibilità finanziaria, e quindi ha deciso di trasferire la sua attività produttiva in Romania.
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