Sentenza Corte Costituzionale amplia tutela contribuente contro pignoramento
Prima paga e poi - forse - puoi chiedere il rimborso
Questa, in breve, è stata la regola a cui finora si sono dovuti attenere i contribuenti in materia fiscale. La prima e macroscopica conseguenza di ciò è stata la piena equiparazione tra debiti effettivi presunti, andata a tutto vantaggio dell’agente di riscossione.
Tuttavia, è recentemente intervenuta una sentenza della Corte di Cassazione (la n. 114 del 31 maggio 2018) che ridefinisce i rapporti di forza tra contribuente e Fisco. D’ora in poi, infatti, i cittadini potranno rivolgersi al giudice dell’esecuzione e chiedere il riconoscimento delle proprie ragioni.
La pronuncia rappresenta una sostanziosa conquista, in quanto, finalmente, il contribuente ha un certo margine d’azione nei confronti di eventuali esecuzioni forzose intraprese dal Fisco.
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Fino a qualche settimana fa l’articolo 57 del Decreto del Presidente della Repubblica n.602/73 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito), modificato attraverso D.lgs. n.46/99, riconosceva al cittadino prerogative assai ridotte, in caso di pignoramenti da parte dell’agente di riscossione. Così, l’opposizione all’esecuzione era raramente possibile.
Dal canto suo, la Corte Costituzionale ha constatato la parziale illegittimità dell’articolo 57, che si scontra frontalmente con il principio di tutela giurisdizionale espresso a carattere generale dall’articolo 24 della Costituzione, e ribadito dall’articolo 113 in riferimento alla Pubblica Amministrazione. Insomma, le particolari caratteristiche del credito tributario non giustificherebbero l’approccio finora estremamente severo nei confronti del contribuente.
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Tutto è bene quel che finisce bene, quindi? Non esattamente, in quanto la sentenza rappresenta la vittoria di una battaglia, più che dell’intera guerra. Infatti, se è vero che da qui in avanti i cittadini non saranno più totalmente in balia delle conseguenze negative degli espropri forzosi effettuati dal Fisco, comunque non potranno agire preventivamente per tutelarsi.
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La redazione