Sospetta usura, l’azienda denuncia … ma rischia di chiudere
L’azienda denuncia … ma rischia di chiudere
Il peggior incubo di qualsiasi cittadino è vedere calpestati i propri diritti, nonostante la legge gli abbia dato ragione.
Nel nostro Paese, purtroppo, i casi di malagiustizia sono all’ordine del giorno, e l’ennesima prova è data dalla vicenda della Savutensili di Bolzano, azienda specializzata nella vendita di articoli tecnici industriali fondata nel 1973, che rischia di cadere sotto la scure dei tassi usurari.
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Infatti con l’asta dell’11 novembre rischia di scrivere l’epilogo di questa gloriosa attività, come racconta Gianluca Paganella, che con il fratello Andrea, gestisce l’impresa.
«Noi siamo vittime di usura, perché per stessa ammissione della Banca d’Italia, l’istituto di credito al quale ci siamo rivolti ci ha applicato tassi usurari oltre a commissioni non pattuite. Tutto questo unito alla stretta generale sul credito ci ha messo in ginocchio, ma resistiamo».
La legge stabilisce che chi denuncia l’usura può usufruire della sospensione integrale delle azioni esecutive (in questo caso, l’asta) e del pagamento dei contributi.
Ma tali strumenti diventano operativi solo dopo che la Procura ha espresso parere favorevole. E per la Savutensili ciò non è ancora avvenuto. «Ciò nonostante il gip abbia ordinato di eseguire tutte le indagini da noi richieste, indagini che ad oggi - da quanto ci risulta - non sono ancora state effettuate», precisa Paganella.
E in attesa dell’11 novembre, il conto alla rovescia è agli sgoccioli, e l’amarezza cresce. «Abbiamo ricevuto la solidarietà di diversi imprenditori, di questi qualcuno si trova nella nostra stessa situazione, ma per il resto siamo alla disperazione. Siamo stati abbandonati anche da un fornitore». Vincerà anche questa volta il killer chiamato usura?
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Da redazione