Segnalazione alla CAI, la storia infinita
segnalazione alla CAI, le banche non perdonano
L’inserimento nella Centrale di Allarme Interbancaria può diventare una specie di ergastolo. Se vieni iscritto, le conseguenze che sarai costretto a subire saranno svariate … e dalla durata assolutamente imprecisata. Una sorta di girone infernale.
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E considerando che le ragioni dell’iscrizione possono essere le più diverse, come si può rilevare facendo un rapido giro in Rete, si capisce che il problema è una vera e propria bomba a orologeria. La Centrale esercita infatti la sua influenza su moltissime attività creditizie.
Di base, la CAI si occupa di raccogliere le informazioni relative ai soggetti definiti cattivi pagatori, ovvero, quanti emettono assegni senza provvista o autorizzazione e/o utilizzano impropriamente carte di credito.
Nel primo caso scatta il divieto di emettere assegni per sei mesi, nel secondo, invece, l’iscrizione alla Centrale dura due anni, e non comporta in automatico il blocco del rilascio di nuove carte di credito. A decidere in proposito è la singola banca.
A prima vista si tratta quindi di un meccanismo piuttosto elementare e chiaro … se non fosse, appunto, per l’ampio margine di discrezionalità di cui godono gli istituti di credito.
E questi ultimi, nella stragrande maggioranza dei casi, “sbarrano” con decisione qualsiasi strada al malcapitato segnalato. Così, anche solo aprire un nuovo conto corrente si rivela un’impresa. E la banca che dice sì è una specie di mosca bianca.
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Da redazione