Taciuto rimborso di 7 milioni di euro. Sequestrati terreni e immobili a società napoletana
Trasgressioni punite a caro prezzo e rimborsi fantasma
Si può riassumere così il rapporto tra i contribuenti e Fisco. Lo stereotipo del cittadino salassato dall’agente di riscossione è infatti spesso alimentato da episodi reali ai limiti del paradossale.
D’altra parte “la mamma dei furbi è sempre incinta”, e così, quando invece il Fisco riconosce ai creditori ciò che spetta loro, capita che siano questi a tentare di svicolare dai propri doveri.
Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia Economico e Finanziaria della GdF di Napoli ha ottenuto il sequestro di immobili e terreni per un totale di circa 2 milioni di euro nei confronti di una società di Casavatore operante nel settore della rubinetteria.
Un’azienda di origine campana con “ramificazioni” anche al Nord
Le proprietà confiscate si trovano nei comuni toscani di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Piombino. L’inchiesta, intrapresa dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, è scaturita dall’omesso inserimento da parte dell’azienda dell’importo di circa 7 milioni di euro nella dichiarazione d’imposta del 2014.
Un ammontare, questo, erogato dall’ex Equitalia a titolo di risarcimento, e inerente l’imposta di registro derivante dalla vendita di una parte della società.
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I controlli incrociati dell’Agenzia delle Entrate
Secondo i calcoli della Guardia di Finanza la somma evasa ammonterebbe a 1,7 milioni di euro. All’origine dei fatti, un contenzioso con l’ex Equitalia; a dispetto della sconfitta in primo grado, l’azienda di rubinetteria aveva integralmente decurtato dal reddito imponibile l’imposta di registro dovuta a seguito della cessione.
Il secondo grado di giudizio aveva invece riconosciuto le ragioni della società, che si era quindi vista accordare il rimborso.
La redazione