“Ti presto i soldi se compri le mie azioni”. Così l’effetto domino ha trascinato nel baratro i risparmiatori
Il territorio di Vicenza e Treviso è stato spazzato via dal crack che ha investito la Popolare di Vicenza. Per anni questa si è alimentata utilizzando un metodo malsano e perverso, che prevedeva continue e cospicue iniezioni di liquidità a grossi clienti. Una “pioggia” di euro resa possibile dal fatto che, subdolamente, migliaia di cittadini erano stati indotti ad acquistare le azioni dell’istituto.
Quando l’ingranaggio si è irrimediabilmente inceppato, i “buchi” sono emersi in tutta la loro drammaticità. Non si contano le persone che avevano affidato alla Banca Popolare di Vicenza i risparmi raggranellati spesso non solo nel corso delle loro vite, ma anche da parte di genitori o parenti ormai defunti. Chi le risarcirà materialmente e moralmente?
Le associazioni che li tutelano e rappresentano nelle sedi legali promettono di dare battaglia, ma viene spontaneo chiedersi se lo Stato sarà effettivamente in grado di mettere sul tavolo i circa 10 miliardi di euro necessari a risolvere le devastanti conseguenze del crack.