Tuo marito ha un debito? Così eviti di farne le spese
Matrimonio = fusione?
Fortunatamente la visione simbiotica del rapporto, a livello affettivo e materiale, è sempre meno condivisa e diffusa.
A questo contribuisce, probabilmente, anche la crescente informazione su quali sono pro e contro della scelta del regime di comunione dei beni tra coniugi.
Sempre più spesso, ad esempio, si pone il problema concreto di gestire la situazione debitoria del partner. Cosa comporta la legge in questi casi? Vediamolo insieme.
Separazione dei beni: cos’è e cosa comporta
Detto regime, disciplinato dall’articolo 159 del Codice Civile, prevede che ognuno dei coniugi conservi la titolarità esclusiva dei suoi beni anche nell’ambito del matrimonio, a patto di contribuire al soddisfacimento dei bisogni della famiglia. Se fino al 1975 era questo il regime legale a cui si faceva riferimento qualora la coppia non richiedesse esplicitamente la comunione dei beni, la riforma del diritto di famiglia ha ribaltato la situazione.
Qual è invece l’approccio adottato nei confronti di beni acquistati durante il matrimonio? Si opta per la presunzione che siano comuni, a meno che uno dei due non riesca a dimostrare di averne la completa proprietà, o essere titolare della quota maggiore.
La separazione dei beni comporta quindi che i debiti del singolo non abbiano ripercussioni sull’altro coniuge. Che succede, quindi, se i beni a sua disposizione non sono sufficienti a soddisfare le pretese del creditore? “Semplicemente”, questo resta a bocca asciutta. Stessa situazione in caso di evasione fiscale.
Per quanto riguarda le imposte dirette, invece, sussiste la responsabilità in solido dei coniugi. In materia di pignoramento immobiliare vige il principio per cui possono essere confiscati i beni del parente ospitante (fino al terzo grado), in quanto sussiste la presunzione di comproprietà.
Il regime di separazione dei beni deve essere scelto dai due coniugi espressamente e congiuntamente, prima o dopo della celebrazione del matrimonio.
Comunione dei beni: quello che c’è da sapere
In presenza di debiti da parte di uno dei due, il creditore può procedere nei confronti dei beni in comproprietà fino a un massimo del 50%. Questo è possibile però solo a patto che la pendenza si sia originata per soddisfare le esigenze del nucleo familiare (istruzione, educazione figli, ecc ecc). Qualora neanche in tal modo la cifra si estingua, ci si può rivalere verso i beni di ciascuno dei due, per un massimo del 50%, ma escludendo comunque lo stipendio.
La redazione