Tutto quello che c’è da sapere sul fermo amministrativo
Come (e quando) ci si libera dalle ganasce alla macchina?
È doverosa una prima e fondamentale precisazione. Il fermo ti “segue” fino a quando il debito originario non viene estinto. Dunque il veicolo torna nella tua disponibilità solo dopo aver completato il pagamento.
Se hai ottenuto la rateizzazione devi pazientare fino al versamento dell’ultima tranche, tuttavia dopo il primo puoi farti rilasciare da AER una liberatoria. Tramite questa il PRA ti autorizzerà a circolare nuovamente con l’auto.
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Qual è la differenza tra fermo auto e pignoramento?
La prima misura è a disposizione esclusiva di Agenzia delle Entrate Riscossione; se il titolare del credito è invece un istituto di credito, si può procedere tramite esproprio forzoso.
Le ganasce rappresentano uno strumento di tutela dei diritti dei debitore. Sono infatti finalizzate a impedire al debitore di cedere a terzi il veicolo. Non necessariamente il fermo porta al pignoramento.
L’esproprio forzoso comporta la vendita dell’auto tramite asta giudiziaria.
Agenzia delle Entrate Riscossione può procedere al fermo amministrativo dopo aver notificato relativo preavviso, ed almeno due mesi dopo aver recapitato la cartella esattoriale originaria.
Di quali strumenti disponi per opporti alle ganasce?
Puoi intervenire in tre casi: se non hai ricevuto precedentemente alcuna cartella o verbale, oppure rivolgendoti al Giudice di Pace della città in cui sono state commesse le violazioni al Codice della Strada. Ultimo, ma non da ultimo, se il debito da cui è scaturito il provvedimento è prescritto.
La data di “scadenza” del debito dipende dalla sua natura. Quello relativo al mancato pagamento del bollo auto, ad esempio, decade dopo tre anni. Si sale a cinque nel caso di Tari, Imu o Tasi. Si arriva addirittura a dieci anni con Irpef, Iva e Irap.