Unimpresa: cartello tra banche rischia di provocare” tempesta perfetta”
Quando la concorrenza è apparente, l’offerta prospera sulla pelle dei consumatori
In alcuni settori, in realtà, sarebbe più appropriato parlare di carne viva. Settori che hanno a che fare con la sussistenza dei cittadini, con la possibilità di affrontare spese importanti per risolvere problemi - letteralmente - vitali. Un esempio? Il mercato del credito, che spesso rappresenta per privati e aziende una sorta di ultima spiaggia legale prima di mettersi in mano ad organizzazioni illecite e piombare in uno stato di impotenza e disperazione che può condurre a gesti estremi.
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A onor del vero, però, non sempre gli operatori autorizzati e tradizionalmente riconosciuti come leader nel mercati del prestito di denaro (banche e finanziarie) si dimostrano affidabili e garantiscono opportune tutele ai clienti. A darne la prova plastica è stato il monitoraggio condotto dall’associazione Unimpresa sulla scorta delle informazioni diramate dal Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e dalla Banca d’Italia, congiuntamente alla modulistica dei più importanti istituti di credito del Paese.
Il dato più saliente emerso dallo studio è stato lo scostamento minimo tra i tassi d’interesse applicati dalle suddette banche sui più diffusi prodotti finanziari (mutuo, cessione del quinto, credito revolving). Di fatto si rileva un accordo sotto forma di cartello.
Nello specifico gli interessi mediamente più bassi e contestualmente il cosiddetto valore – soglia superato il quale si sconfina nell’usura si è rivelato essere quello relativo ai mutui ipotecari a tasso fisso (6,26%), e a quelli a tasso variabile (6,91%), La soglia di “allarme” per la cessione del quinto si aggira intorno al 18%, mentre quella del credito revolving sfiora il 24%.
Uno scenario, questo, che, spiega Unimpresa, potrebbe determinare una vera e propria tempesta perfetta, le cui già drammatiche conseguenze potrebbero essere acuite e amplificate a dismisura dal “bubbone” Covid19.