Usura bancaria: cittadini – istituti di credito 2 a 0 grazie ad Adusbef
Cittadini – istituti di credito 2 a 0 grazie ad Adusbef
La tenacia è condizione necessaria – ma non sufficiente – a contrastare gli illeciti bancari. Per vedere riconosciute le proprie ragioni, infatti, è fondamentale affidarsi a professionisti. Addetti ai lavori dotati di solide competenze e di un bagaglio di esperienze sufficientemente ampio da permettere loro di scegliere, di volta in volta, la strategia difensiva migliore.
È grazie a figure di questo tipo che, in anni recenti, si sono moltiplicate le sentenze a favore dei cittadini. Le ultime due, in ordine di tempo, arrivano da Ferrara, dove l’avvocato Lorenzo Buldrini (Adusbef) ha rappresentato in sede civile le istanze di due imprenditori clienti dell’ex Cassa di Risparmio oggi Nuova Carife.
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Il primo caso ha visto coinvolta una società di autotrasporti ferrarese, cliente dal 1982 dell’istituto di credito. Al momento in cui questa ha deciso di concludere i rapporti in essere, ha scoperto che qualcosa non andava. I vertici dell’azienda avevano scrupolosamente conservato tutta la documentazione ricevuta nel corso degli anni, e ciò ha consentito loro di scoprire che, almeno fino al 2000, avevano subito l’illegittima pratica della capitalizzazione trimestrale degli interessi.
La banca si era resa responsabile del reato di anatocismo, in quanto aveva deciso unilateralmente di ritoccare i tassi, senza peraltro indicare nel contratto a quanto ammontavano gli oneri periodicamente addebitati.
Il giudice ha quindi chiesto il ricalcolo degli interessi, ottenendo uno storno di circa 30mila euro. Contestualmente la società di Ferrara si è vista corrispondere un rimborso di 70mila euro.
L’altra causa in cui è intervenuto l’avvocato Lorenzo Buldrini riguarda un imprenditore del capoluogo emiliano che nel 2014 si è visto notificare un decreto ingiuntivo di 90mila euro dalla Cassa di Risparmio di Ferrara. A metterlo alle strette era stata la grave congiuntura economica.
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A seguito dell’analisi richiesta dal legale dell’imprenditore, è emerso che quest’ultimo era stato vittima di usura bancaria, e che i tassi applicati avevano superato il valore soglia anche nelle liquidazioni trimestrali. Così, il giudice ha ricalcolato il debito, verificando che la somma ammontava a circa metà.
La redazione