«Equitalia andrebbe denunciata per istigazione al suicidio». Questa frase è all’origine dell’odissea di un cittadino come tanti, Mauro Merlino, che però sta dimostrando un coraggio fuori dal comune, combattendo una battaglia contro un colosso come il “braccio destro” del Fisco.
È stata questa affermazione a far scattare la querela da parte dell’Agenzia di Riscossione. Tuttavia, l’uomo resta fermo sulle proprie posizioni e, anzi, rilancia. «Oggi so di aver sbagliato la coniugazione del verbo, sarebbe più opportuno sostituire ‘andrebbe’ con ‘va’ in virtù dell’escalation di suicidi maturati nel corso di questi anni a carico di “poveracci” sopraffatti dai debiti».
Mauro Merlino ha subito per ben due volte il rinvio dell’udienza in quanto il “querelante di lusso” ha pensato bene di non presentarsi. Ora, lui chiede che il processo possa svolgersi regolarmente e senza intoppi, e per far sentire con più forza la propria voce, ha deciso di iniziare lo sciopero della fame controllata. In pratica, quotidianamente ingerisce una quantità di cibo inferiore a quella che dovrebbe assumere.
Ma non basta. Mauro Merlino precisa infatti: «dalla mattina del 28 marzo fino alle 14,00 del giorno seguente avvierò lo sciopero della fame completo e rimarrò ammanettato e in piedi nei pressi del tribunale di Modena. Oltre allo sciopero, avrà luogo una marcia silenziosa che vedrà una nutrita adesione di partecipanti che sfileranno in religioso silenzio per manifestare solidarietà alle famiglie delle ‘vittime della crisi’, suicidatesi tra l’indifferenza generale. Così intendo aspettare il processo ed è questa la protesta che intendo portare avanti affinché Attilio Befera si decida a presentarsi in aula. Intendo rimanere in piedi, in rappresentanza di quell’Italia messa in ginocchio dalle tasse e dalla crisi e che non vuole più subire angherie, abusi e soprusi e con le mani legate, per simboleggiare la negata possibilità di professare liberamente pensieri e parole. E se Befera non dovesse presentarsi, rimarrò lì ad oltranza, a protestare, ancora. In piedi, fino a quando ne avrò la forza e con legate, in rappresentanza di quella parte onesta dell’Italia che non vuole morire. Voglio che tutti gli italiani vedano come mi ha ridotto l’indifferenza di Equitalia».