C’è forse qualcosa di più umiliante, che non poter prelevare neanche venti euro dal proprio Postamat per andare a fare la spesa? Si è ritrovato in questa situazione Nicola Sacco, 73enne pensionato di Ostuni (Brindisi) a cui, nei giorni scorsi, Equitalia ha pignorato il libretto postale e, contestualmente, la magra pensione. L’uomo ha vissuto finora con 500 euro mensili.
«Dopo essermi accorto che non potevo più utilizzare la carta, ho chiesto spiegazioni in Posta, e sono stato informato che, senza alcun preavviso, l’Agenzia di Riscossione ha congelato i miei soldi. Avevo, sì, dei contenziosi aperti: ma mai mi sarei aspettato una decisione così repentina». Questo l’amaro sfogo di Nicola Sacco, che ora si ritrova oggettivamente impossibilitato a far fronte a qualsiasi spesa del quotidiano, dall’affitto all’acquisto dei beni di prima necessità.
«In precedenza ho beneficiato della social card, ma poi sono cambiati i requisiti, e quindi mi è stato comunicato che non ne avevo più diritto. Eppure riuscivo, comunque, ad andare avanti. Ora però non so davvero come fare». La decisione di Equitalia ha quindi rappresentato per il pensionato un vero e proprio colpo di grazia, considerando che ogni mese paga circa 300 euro di affitto.
«Non si discute sul fatto che i debiti vadano pagati, ma il discorso è un altro: se per garantire il minimo sostentamento del pensionato o del lavoratore, la legge prevede una misura massima per il pignoramento non ha poi senso rendere questa stessa norma facilmente aggirabile». Così Pierpaolo Zaccaria, avvocato di Nicola Sacco. Intanto si attende l’esito del ricorso presentato all’autorità giudiziaria.