Sembra impossibile, eppure a volte la burocrazia sembra mettercela tutta per affossare chi ha voglia di fare impresa in Italia. Questo ha scatenato una mobilitazione di energie e idee, dal basso, certamente degna di nota. Lino Ricchiuti ha deciso d’impegnarsi in prima persona per difendere le istanze delle partite IVA, dimostrando che un approccio critico può avere comunque una valenza propositiva … a condizione che l’interlocutore (governativo) sia in grado di recepirla. Sospensione per tre anni delle cartelle esattoriali e chiusura di Equitalia. Queste sono solo alcune delle proposte portate avanti dal Popolo delle Partite Iva.
«La mia personale avventura parte alla fine del 2010, quando l’Agenzia di Riscossione mi ipotecò la casa, per via di alcuni versamenti INPS che non ero riuscito a saldare. La presi male e anche i conteggi non tornavano, allora mi rivolsi alla magistratura, che ha ancora aperto il procedimento, ricevendo, tra i primi in Itali, il provvedimento di sospensione dei pagamenti in base alla Legge Anti Usura dalla Procura della Repubblica. Nel 2013, dulcis in fundo, ricevo un decreto penale di condanna, questa volta per aver omesso un versamento di 49 euro all’INPS».
A questo punto scatta qualcosa in Lino Ricchiuti. «Mi sento con alcuni parlamentari a me legati da amicizia personale e preparo un emendamento per la depenalizzazione di tale reato almeno per somme piccole . Riesco a farla arrivare in commissione Giustizia, viene approvata e votata anche con parere favorevole dalle aule . Entra nella legge delega 67/2014 in attesa del decreto attuativo del Governo , che arriva il 15 novembre 2015 , Consiglio dei Ministri n.90. Questo ha fatto capire a me e a chi mi segue, che pur in pochi mesi ero, da solo, riuscito a cambiare una legge in vigore dal 1983 e che, soprattutto negli ultimi anni, aveva visto condannare alla reclusione centinaia di piccoli imprenditori. Abbiamo sempre delegato chi non conosce i nostri problemi e siamo qua a pregare che il postino oggi passi oltre. Questa è vita?».
In appena otto mesi di vita il Movimento del Popolo delle Partite Iva si è già esteso a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale. «Le nostre sedi sono all’interno di attività commerciali e studi professionali, che diffondono i punti programmatici che ci siamo dati. Abbiamo già la proposta di legge che prevede, tra l’altro, il passaggio della riscossione agli enti impositori e una riforma fiscale, basata su stipendio al lordo, l’inserimento della fiscal card per scaricare tutti gli acquisti, una flat tax omnicomprensiva che passerebbe in un quinquennio dal 25% al 20% e un decremento dell’Iva dal 22 al 18%».
Nel frattempo, il 5 dicembre si terrà a Roma il I Congresso Nazionale Costituente, «a cui tutte le partite Iva sono invitate, per un evento che potrebbe cambiare la nostra storia. Dipenderà non solo da chi ha dato il via a questa iniziativa, ma anche da quanti vorranno essere partecipi del cambiamento, e non solo comparsa passiva del disfacimento delle libere professioni o attività artigiane. Dobbiamo diventare tutti imprenditori 2.0, occuparci direttamente di politica. Ripeto, basta deleghe in bianco».
Il Movimento del Popolo delle Partite Iva, intanto, sta diventando un interlocutore accreditato proprio per la “classe dirigente” italiana. Molte sono state, nell’ultimo anno, le audizioni a cui ha partecipato. «Il 10 settembre sono stato convocato dal Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi per discutere della legge di stabilità 2016. Con educazione ma senza riverenza abbiamo portato quelle che erano le nostre proposte. Soprattutto abbiamo tenuto a comunicare che non è riempiendo di cartelle esattoriali chi non riesce a pagare che si riuscirà a ripartire, e che è meglio tenere la lingua a freno quando si parla di Partite Iva, specie le piccole che rappresentiamo, perché senza di noi questo Paese non va da nessuna parte».