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Sanità: in arrivo una pioggia di cartelle sui contribuenti

235mila. Tanti sarebbero i cittadini del Lazio che avrebbero beneficiato dell’esenzione ticket per reddito senza averne diritto, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2010. La cifra sarebbe emersa da una serie di controlli effettuati dalla Regione, che a questo punto ha scritto a ciascuno di questi, “battendo cassa”. L’intento è quello di recuperare 50mila euro.
 
«È opportuno precisare che dette richieste di pagamento, non riportano alcuna indicazione in merito al tipo di farmaco o alla prestazione per la quale non sarebbe stato pagato il ticket. Ovviamente questo crea non pochi problemi in capo al contribuente che a distanza di molti anni si trova a dover verificare situazioni per le quali sicuramente non ha più memoria. Consigliamo quindi, laddove ci fossero dei dubbi sulla legittimità e correttezza della richiesta di inviare una specifica contestazione al fine di acquisire tutte le informazioni, compreso la copia della prescrizione medica, per le verifiche del caso». Così ha commentato la vicenda Franco Conte, responsabile provinciale della Confconsumatori.
 
Dal canto suo Assotutela ha rincarato la dose. «Nei giorni scorsi insieme al consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori avevamo lanciato l'allarme delle cartelle pazze, ma a quanto pare Zingaretti non ha recepito il nostro monito e non sembra aver preso alcun tipo di rimedio a riguardo. Il numero verde messo a disposizione degli utenti in realtà risulta sempre essere occupato e gli uffici smaltiscono solo 150 numeri al giorno, creando forti disagi per tutti gli altri, per lo più anziani. Ricordiamo che i casi sospetti di cartelle pervenute a casa sono numerosi tra i quali: oltre 400 euro per esami svolti nel 2009 e nel 2010, visite al Bambin Gesù effettuate nel 2008 ma fu pagato il ticket, visite ai consultori ma nessuno dei responsabili chiese al paziente di pagare e addirittura visite relative al 2010 che non sono mai state prenotate nè effettuate, richieste a chi non ha mai superato la soglia di reddito fissata a 36.165,98».
 

 

Dirigenti illegittimi Equitalia: confermata validità delle cartelle esattoriali

L’ultima parola spetta alla Corte Suprema … e stavolta non è stata favorevole ai contribuenti. Chiamata a pronunciarsi sulla vicenda delle cartelle esattoriali firmate dai dirigenti decaduti, ha deciso che le stesse sono valide se corredate dalla delega del capo dell’ufficio. Niente da fare, quindi, per quanti avevano inoltrato ricorso nei mesi scorsi, chiedendo l’annullamento del debito, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale.
 
«La sorte degli atti impositivi formati anteriormente alla sentenza n. 37 del 2015 della Corte Costituzionale, sottoscritti da soggetti al momento rivestenti funzioni di capo dell’ufficio, ovvero da funzionari della carriera direttiva appositamente delegati, non è condizionata dalla validità o meno della qualifica dirigenziale attribuita». Questo si legge in una delle sentenze depositate qualche giorno fa. Perciò, la cartella è nulla «se non reca la sottoscrizione del capo dell’ufficio o di altro impiegato della carriera direttiva da lui delegato. Tale delega può essere conferita o con atto proprio o con ordine di servizio purché venga indicato, unitamente alle ragioni della delega, il termine di validità e il nominativo del soggetto delegato». 
 
Dunque, i cittadini possono sperare di vedere riconosciute le loro ragioni solo se la delega era in bianco.
 

 

Ricattato dalla banca, il Tribunale lo salva dai tassi usurari

O paghi, o ti rovino la vita Ricattato_Dalla_Banca

Un ultimatum degno di un’associazione malavitosa, eppure a pronunciarlo è stato il dirigente di un istituto di credito. L’ex Banca Abruzzese, per la precisione
 
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Il malcapitato, un imprenditore titolare di un’azienda elettronica di Ortona, vittima di tassi diventati, nel corso del tempo, talmente pressanti e stringenti da sconfinare nell’usura
 
L’uomo però non si è arreso, e la banca ha pensato di punirlo con una segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi. A questo punto l’imprenditore ha contattato Sos Utenti, chiedendo una perizia sui propri conti, e da qui è emerso che erano stati pagati interessi indebiti per un totale di circa 50.000 euro. Così il Presidente del Tribunale di Sulmona, Giorgio Di Benedetto, ha disposto la cancellazione dal Crif.
 
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«Il fenomeno delle illegittime segnalazioni alla Centrale Rischi-Cattivi pagatori (sofferenza e altre simili evidenze) è alquanto diffuso tra le Banche Abruzzesi e Italiane», ha spiegato Gennaro Baccile (Sos Utenti). «In generale, soprattutto a carico di aziende piccole perché è risaputo come da esse bene o male si riesca a recuperare  il denaro. Le stesse banche nascondono invece le vere sofferenze, determinate da Aziende di maggiori dimensioni i cui crediti sono stati concessi secondo logiche di compromessi o conflitti di interessi, tra Banchieri e imprenditori, nonché con l’intercessione dei galoppini della politica».
 
Intanto, l’imprenditore ha dovuto fare i conti con la distruzione della sua credibilità finanziaria, e quindi ha deciso di trasferire la sua attività produttiva in Romania.
 
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Da redazione