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L'Emilia Romagna è prima per reati di usura bancaria
05.03.2014 12:13Se ne parla poco, ma è un fenomeno sempre più diffuso negli ultimi anni in Italia e anche la provincia di Rimini non fa eccezione, anzi è una di quelle più interessate almeno in regione. Ci riferiamo all'usura bancaria, cioè a quei casi in cui gli istituti di credito chiedono ai loro clienti, privati e imprese, indebite somme a titolo di interessi anatocistici, commissioni di massimo scoperto, spese istruttorie e altre voci di costi che non sono in realtà dovute.
Pretese, che possono anche sfociare anche in comportamenti penalmente rilevanti, riscontrabili ad esempio nei contratti di conto corrente affidati, sui quali il cliente ha attivato una linea di credito, fido o anticipo fatture, o nei contratti di mutuo.
“Negli scorsi mesi – spiega l'avvocato Bruno Barbieri, vicepresidente nazionale del Codacons - solo qui nel riminese sono state alcune centinaia i cittadini che si sono rivolti a noi temendo di essere incappati in questa condotta illegittima da parte delle banche. Un timore spesso fondato, dato che dopo la perizia, gratuita, effettuata, il 70%-80% delle volte è stata effettivamente riscontrata usura.
Esistono a questo riguardo due fattispecie di usura: quella oggettiva, quando la banca supera il tasso di soglia fissato da Banca Italia, e la soggettiva.
In quest'ultimo caso i due parametri presi come riferimento, il superamento del valore del tegm (tasso medio applicato a operazioni similari) e le gravose condizioni applicate risultano sproporzionati alle critiche condizioni economico-finanziarie del soggetto, privato o impresa. In poche parole la banca, pur non superando il tasso-soglia, si avvantaggia comunque in maniera indebita di una situazione di difficoltà economica o finanziaria del soggetto”.
La maggior parte delle volte con l'istituto di credito si arriva poi ad un accordo, che consente al privato di rientrare in possesso di una parte consistente, il 70%-80%, della somma indebitamente richiesta: “E' del resto anche interesse delle banche – osserva Barbieri - arrivare a una soluzione di questo tipo, visto ciò che possono rischiare anche e innanzitutto da un punto di vista penale”.
Rimini insieme a Bologna, Piacenza e Parma è la provincia emiliano-romagnola maggiormente affetta dal problema dell'usura bancaria: “Ciò dipende dalla notevole diffusione su questi territori delle banche territoriali, che rispetto a quelle primarie sono più soggette per propria natura a cadere in comportamenti illegittimi se non penalmente rilevanti”.
L'usura bancaria è stato al centro ieri pomeriggio alla sala Marvelli della Provincia di un seminario di studio aperto organizzato dal Codacons. Presenti una novantina di avvocati ma anche comuni cittadini.
Confedercontribuenti denuncia Banca Popolare di Verona
04.03.2014 12:09E' passata sotto traccia, come tutto ciò che smaschera le condotte poco edificanti di chi detta legge in Italia ma meriterebbe massima visibilità ed attenzione l'iniziativa di Confedercontribuenti che si è svolta nella giornata di sabato a Padova. La prima di tre importanti giornate di mobilitazione su Banche e Fisco, che avranno un seguito nelle prossime settimane in Abruzzo e Sicilia.
Nel corso di una vibrante conferenza stampa che ha fatto registrare la presenza di decine di imprenditori vittime della prepotenza bancaria, sono stati esposti i contenuti di una denuncia penale per usura ed estorsione contro la Banca Popolare di Verona che l'associazione depositerà nei prossimi giorni presso la Procura della Repubblica.
La denuncia, ha spiegato l'avvocato di Conferdercontribuenti, è suffragata da quattro perizie econometriche; è stata utilizzata quella con i valori minori. Nel 2010 si è passati da un tasso di interesse del 238,42 per cento nel primo trimestre a 385,87 nel secondo trimestre, per finire con 429,18 nel terzo trimestre.
Duecento, trecento e quattrocento per cento. Non sono allucinazioni ma numeri reali, purtroppo. Sono lo spessore di un cappio che sta strozzando la vita in gola a tanti nostri connazionali. L'entità del finanziamento non è alta, ed è stato preso ad esempio questo caso per dimostrare che anche nei piccoli importi le banche applicano interessi devastanti per i contribuenti. Ad aggravare questi fatti concorre l'elemento psicologico, vessatorio, messo in atto da funzionari delle filiali.
Dai casi presi in esame, emerge nitidamente una forte connivenza tra il mondo bancario e le istituzioni che imbriglia i procedimenti giudiziari. Il Presidente di Confedercontribuenti Veneto, Alfredo Belluco, ha ribadito la volontà della confederazione di “non mollare, mettendoci la faccia a fianco delle aziende e dei contribuenti, senza fare sconti a nessuno”.
Durissime le parole pronunciate da Don Enrico, parroco di Desio. “Le banche oggi, ha tuonato il parroco, sono molto lontane da quella che era la loro funzione iniziale di sostegno e di aiuto ai poveri; al contrario oggi le banche li uccidono in una società in cui la quantità del denaro ha schiacciato la qualità della vita”. E ancora: “In una società in cui si assiste ad una crisi della moralità, in cui lo Stato sostiene le banche; un peccato mortale che si traduce in un omicidio di Stato, dove la prepotenza economica si trasforma in una bestemmia organizzata costruita sulla pelle dei più poveri”. Parole che, è quasi superfluo farlo notare, non arriveranno agli inquilini con il vitalizio dei Palazzi romani, troppo presi da spartizioni ed apparizioni modaiole. Il popolo affonda ma loro continuano a fregarsene.