Usura. E’ da questa pesante accusa che dovranno difendersi, in udienza preliminare in maggio, due ex direttori di banca al termine delle indagini della Procura di Rovigo. Indagati sono Giovanni T., adriese 68enne, e il 63enne sempre di Adria Antonio B.
Si tratta di due funzionari molto conosciuti in Basso Polesine per la loro decennale attività lavorativa. A Tirapelle sono state rivolte accuse per l'attività svolta dal 2002 fino a tutto il 2009, quand’era direttore all’ex Bcc della Cattedrale e condirettore di Bancadria Credito cooperativo del Delta. Biasioli invece, deve rispondere dal 2009 come condirettore di Bancadria, nata dalla fusione tra le Bcc adriesi della Cattedrale e di Santa Maria Assunta, e poi come direttore unico dal gennaio 2010 fino all’aprile 2011. Un incarico tutt’ora ricoperto dal 63enne adriese.
Per l’accusa i due funzionari avrebbero applicato tassi di interesse superiori a quelli fissati in tema d’usura ai conti correnti di una Società in nome collettivo di Adria attiva nel settore immobiliare ed edile, che è stata dichiarata fallita dal tribunale di Rovigo proprio nell’aprile del 2011. I maggiori interessi percepiti da Tirapelle e Biasioli rispetto al tasso medio, per la Procura, ammontano a circa 12.000 euro dal 2002 all’aprile 2011. Si parla invece di complessivi 6.500 euro di maggiore commissione sul massimo scoperto (Cms) sul fido concesso dalla banca sempre nei nove anni in questione, rispetto ai valori medi. Ad aggravare la posizione dei due funzionari, sempre secondo il castello accusatorio, c’è l’aver agito nell’ambito dell’attività bancaria, e aver commesso il reato nei confronti di un imprenditore in stato di bisogno.
Secondo la Procura, poi, Tirapelle e Biasioli avrebbero richiesto in garanzia proprietà immobiliari alla Snc adriese attraverso l’accensione di mutui fondiari - di natura immobiliare - e chirografari - un impegno scritto del debitore con l’istituto di credito - dal 2006 al 2009. Imputando al comportamento dei due direttori di banca larga parte della responsabilità per il fallimento, gli imprenditori hanno presentato un esposto in Procura. Gli accertamenti svolti dagli inquirenti, attraverso una perizia tecnica di un consulente di Ferrara, hanno spinto gli inquirenti a considerare come effettivamente sussistente l’ipotesi di usura e ad arrivare a chiedere il rinvio a giudizio. Prossimo passaggio della vicenda giudiziaria, l’udienza preliminare fissata per maggio. Questa vicenda giudiziaria conferma i sempre più difficili rapporti tra istituti bancari e imprenditori, con questi ultimi sempre più propensi a rivolgersi alle forze dell’ordine per far valere i loro motivi ritenendosi vittime di meccanismi usurari. Tanto che nei mesi scorsi è iniziato a Rovigo un processo che vede imputati l’attuale direttore della filiale ex Cariparo ora Cariveneto di Adria Claudio Berti e al suo predecessore Giorgio Lazzarini.
Per l’accusa, dal gennaio 2004 al settembre 2009 i due funzionari avrebbero applicato tassi usurai a un loro cliente incassando un migliaio di euro in poco meno di cinque anni.