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Indebitato a sua insaputa per ludopatia altrui

Subire il pignoramento della pensione per una firma contraffatta?

Pignoramento-pensioneNon è la trama di un film drammatico ad alto tasso di tensione, ma la storia vera di un pensionato toscano che nel 2017 si è visto decurtare la (magra) pensione senza una ragione valida. Dopo essersi rivolto ad un avvocato, l’uomo ha scoperto che il Tribunale di Lucca aveva stilato un decreto ingiuntivo per recuperare circa 20mila euro. All’origine dell’insolvenza, un credito deteriorato, vale a dire difficile da incassare, sia dal punto di vista quantitativo che temporale.

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Grazie alla caparbia ricerca dell’avvocato, ed all’intervento all’unisono di una grafologa e di perito del tribunale, è emerso che un congiunto convivente del pensionato, aveva chiesto ed ottenuto un prestito a suo nome falsificando la firma. All’origine della truffa, la dipendenza dal gioco.

Stavolta, fortunatamente, il lieto fine è arrivato. La finanziaria titolare del credito e la società di factoring che le è subentrata si sono impegnate a restituire al pensionato l’importo pignorato, ritirare il decreto ingiuntivo, e saldare le spese legali.

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Hai un conto corrente?

Tassa-patrimonialeForse non lo sai, ma il 30 giugno ti è stata addebitata l’imposta di bollo…

In pratica, si tratta di una patrimoniale vigente da circa 50 anni, e che nel corso del tempo ha subito varie modifiche. Questa tassa è fissa, ed ammonta a 34,20 euro annuali per le persone fisiche, e a 100 euro nel caso di quelle giuridiche.

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La patrimoniale viene applicata (integralmente in un’unica tranche, o “spalmata” su 12 mesi) indipendentemente dall’importo  depositato sul conto. I contribuenti sono esentati dal pagamento solo in due casi: giacenza media inferiore a 5mila euro annuali, e Isee al di sotto di 7500 euro.

La quasi totalità dei clienti bancari ha rendicontazione trimestrale, e quindi quasi certamente il 30 giugno saranno stati prelevati dal tuo conto 8,55 euro. Il tuo istituto di credito e Poste Italiane fungono infatti da sostituto d’imposta del Fisco.


 


 
 


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Partite Iva equiparate ai dipendenti?

partite-IvaA suggerire questo scenario è stato Ernesto Maria Ruffini, direttore di Agenzia delle Entrate, in un’intervista a Repubblica. Sarebbe infatti al vaglio l’ipotesi del pagamento mensile delle tasse tramite addebito sul conto del contribuente. Tale cambio procedurale, ribattezzato cash flow tax, riguarderebbe le partite Iva.

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La prima e più immediata conseguenza sarebbe la scomparsa di voci di spesa contabili tra cui accantonamenti e ammortamenti. Inoltre, se il Fisco potesse precompilare le dichiarazioni annuali dei liberi professionisti, procederebbe a eventuali rimborsi e compensazioni un po’ alla volta, ogni mese. Verrebbero quindi meno i famigerati maxi saldi o acconti destinati a coprire 12 mesi...che per le partite Iva significherebbe mettere fine alle notti popolate da incubi sulle “stangate” piombate come fulmini a ciel sereno.

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