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Integrazione salariale: Inps anticiperà entro 15 giorni il 40%

Corsia preferenziale per le nuove domanda di Cig in deroga

Anticipo-Cig-Decreto-RilancioLa bozza del Decreto Rilancio (articolo 73 ter) prevede infatti che ad occuparsene sarà direttamente l’INPS. Questo entro 15 giorni dalla presentazione della domanda da parte dell’azienda dovrà versare al lavoratore il 40% dell’assegno. Finora spettava alle Regioni dare il via libera propedeutico all’erogazione.

Una modifica procedurale, questa resa necessaria dall’ingorgo burocratico che ha funestato il mese di aprile, consentendo solo al 20% dei destinatari della CIG di ricevere effettivamente l’integrazione salariale.

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Perciò, se la versione attuale del DL vedrà la luce, la richiesta di cassa integrazione in deroga dovrà essere approvata dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che entro due settimane corrisponderà il 40% del dovuto al lavoratore. Tale corsia preferenziale varrà anche per le nuove domande di  Cig ordinaria e per la disoccupazione.

Il restante 60% verrà corrisposto dall’Inps solo dopo l’invio dei documenti che attestano il numero complessivo di ore di cassa integrazione effettuate.

Dunque, la sorte dei lavoratori in attesa di integrazione salariale, è giunta ad un bivio: se la loro azienda ha già presentato la richiesta di Cig, il pagamento è appeso ad un filo chiamato Regione. Se l’imprenditore sta per inoltrare la domanda, invece, seguirà l’iter – si spera – esemplificato e veloce.

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Cartelle, contributi e IVA rimandati a settembre

Il Governo aveva sospeso il pagamento di ritenute e contributi fino al 31 maggio. Che succede, dopo?

Proroga-blocco-IVA-16-settembreE’ una domanda, questa, che sta angosciando milioni di italiani. Le ricadute del Covid19, infatti, sono state più ampie e profonde di quanto istituzioni, comunità scientifica e società si aspettavano. Realisticamente la ripresa del sistema Paese richiederà sei mesi – un anno, perché moltissime attività economiche in procinto di riaprire devono intanto fare i conti con perdite cospicue, a seguito del lockdown durato due mesi.

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Così, nella bozza del Decreto Rilancio in attesa di approvazione è stata inserita anche la proroga del blocco dei pagamenti di numerose voci a carico dei contribuenti. Tra queste, IVA, contributi previdenziali e assistenziali, ritenute sui redditi da lavoro dipendente e similari, e trattenute su addizionali regionali e comunali. I versamenti dovranno riprendere dal 16 settembre scegliendo una delle due opzioni: saldo degli arretrati del 2020 in un’unica soluzione, o “spacchettamento” dell’importo dovuto in un massimo di quattro tranche entro fine anno.

Ci sarà invece tempo fino al 10 dicembre 2020 per mettersi in regola con i pagamenti in sospeso relativi a cartelle esattoriali, o al saldo e stralcio.

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La redazione



 


 


 
 


Debiti: le novità contenute nel Decreto Rilancio

Pignoramento dello stipendio? Se ne riparla a settembre

Pignoramento presso terzi-Decreto-RilancioLe novità previste dal Decreto Rilancio sono molteplici e diversificate. Tra queste c’è anche il congelamento delle procedure esecutive relative a stipendio, salario, indennità di licenziamento, quiescenza e pensione fino al 31 agosto 2020 (articolo 163). Il Decreto 18/2020 aveva sancito il blocco dei pignoramenti fino al 31 maggio.

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Chi ha un debito, quindi, potrà disporre delle suddette somme dal giorno di entrata in vigore del Decreto Rilancio fino al termine dell’estate. A svincolarle sarà il terzo presso cui risultano accreditate/depositate (banca, posta), anche se il giudice dell’esecuzione ha già emesso il provvedimento di assegnazione.

Attenzione, però, perché dal 1° settembre queste tipologie di pignoramento presso terzi ripartiranno SENZA ulteriore notifica al debitore. La trattenuta delle somme destinate al creditore, quindi, avverrà in automatico.

Inoltre, il congelamento fino al 31 agosto NON riguarda altre forme di pignoramento presso terzi, tra cui quello relativo al conto corrente o alle somme accreditate a titolo di canone di locazione.

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