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Conto corrente e successione: la procedura da seguire

Quali sono le conseguenze della morte di un genitore o del coniuge?

Successione-conto-correnteDolore…e burocrazia. La successione, infatti, non avviene in automatico, anzi solitamente richiede un anno e oltre. E’ importante, quindi, sapere cosa deve fare l’erede, per facilitare e – auspicabilmente accelerare – la procedura.

Non utilizzare il conto del defunto PRIMA di aver comunicato il decesso

L’istituto di credito di cui era cliente, infatti, non viene informato dal Fisco. Spetta all’erede farlo, andando in filiale o tramite posta. Prelevare dal conto senza aver espletato questo passaggio mette concretamente a rischio dal punto di vista penale.

Talvolta le banche, se il defunto era cliente da lungo tempo, permettono agli eredi di attingere al conto per far fronte alle spese connesse all’organizzazione del funerale. Tuttavia si tratta di una scelta discrezionale.

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Quali documenti consegnare in banca?

Gli eredi devono esibire una copia della dichiarazione di successione registrata presso Agenzia delle Entrate Riscossione. L’atto deve contenere l’elenco di tutti i beni di proprietà del defunto, e l’indicazione del loro valore commerciale. Contestualmente è necessario depositare presso l’istituto di credito il certificato di morte, l’atto di notorietà o la relativa dichiarazione sostitutiva, e la copia conforme del verbale inerente il testamento.

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Cartella esattoriale: verifica se devi pagare oppure no

Suonano alla porta. E’ il postino

Vizi-cartelle-esattorialiAgenzia delle Entrate Riscossione chiede migliaia di euro per sanare un debito di cui ignoravi l’esistenza, e che risale magari a svariati anni prima.

Che fare, quindi?

Niente paura: prima di rassegnarti a pagare l’importo indicato, verifica alcuni, fondamentali, elementi da cui dipende la legittimità e la fondatezza della pretesa di Aer.

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Origine ed “anzianità” del credito

Questi due fattori determinano i termini di prescrizione.

- bollo auto: decade dopo 3 anni;

-multe, contributi Inps e Inail, imposta locale sugli immobili e sulla spazzatura: decadono dopo 5 anni;

- Iva e Irpef decadono dopo 10 anni.

La cartella è stata preceduta da un avviso di accertamento?

Se il contribuente non ha già ricevuto un avviso di accertamento o una richiesta di pagamento (definiti atti presupposto) la cartella risulta illegittima e l’importo non più dovuto. Si può effettuare un controllo in tal senso chiedendo ad Agenzia delle Entrate Riscossione l’accesso agli atti amministrativi.

Vizi formali e vizi sostanziali

Si tratta di anomalie scaturite dall’avviso di ruolo che l’ente creditore inoltra ad AER delegando la riscossione della somma pendente. I vizi sostanziali riguardano una o più informazioni erronee contenute nell’atto; quelli formali hanno a che vedere, ad esempio, con la notifica. 

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In caso di debiti non è a rischio solo la casa

Pignoramento-autoIl creditore, infatti, può rivalersi anche sui beni mobili, e per farlo non è più necessario che l’ufficiale giudiziario si rechi fisicamente nel luogo in cui il debitore vive. A seguito del Dl 83/2015 la procedura può essere svolta anche online, e questo per ovviare ad uno stratagemma spesso utilizzato in passato: lo spostamento (o l’occultamento) di oggetti di valore appetibili, e quindi facilmente aggredibili. Tra questi, l’auto.

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Oggi, quindi, il creditore può avvalersi del pignoramento telematico, individuando i beni di cui dispone il debitore con un semplice click, tramite la consultazione dell’archivio dell’Anagrafe Tributaria. Una procedura, questa, che deve essere preventivamente autorizzata dal tribunale.

L’atto di pignoramento che scaturisce deve contenere l’elenco dettagliato degli oggetti da “aggredire”. Il debitore è tenuto a trasferire tali beni all’Istituto Vendite Giudiziarie entro dieci giorni, insieme ai documenti che ne attestano la proprietà e, nel caso dell’auto, anche al libretto di circolazione.

Il creditore, comunque, può chiedere e ottenere l’assegnazione diretta del bene del debitore, bypassando l’eventuale asta giudiziaria. La domanda deve essere consegnata entro 45 giorni dall’iscrizione al ruolo, ma il tribunale  non l’accoglie in automatico, in quanto deve preventivamente confrontare il valore dell’oggetto in questione con la somma pendente.

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Può essere pignorata un’auto appartenente a terzi?

La Corte di Cassazione ha risposto sì, con la sentenza n.26327 del 17 ottobre 2019). In questo caso, infatti, si applica il principio “possesso vale titolo”, fondato su un’intuitiva osservazione: spesso i veicoli iscritti nel Pubblico Registro Automobilistico sono di proprietà di persone giuridiche, ma ovviamente a guidarli sono persone fisiche. Dunque, è consigliabile evitare il prestito di un veicolo o di un altro bene mobile. Perché la semplice presenza di questi nel luogo in cui vive l’indebitato rende aggredibili da parte del creditore.

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