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La banca ti bolla come cattivo pagatore? Difenditi così

Una segnalazione negativa in Centrale Rischi determina la paralisi della vita

Segnalazione-Centrale-RischiChi si ritrova schedato come cattivo pagatore, infatti, vede compromesso non solo il privato, ma anche lo svolgimento della propria attività professionale. È obbligo della banca procedere con estrema cautela, rispettando criteri e paletti fissati dalla legge. Così, nel caso degli imprenditori, l’iscrizione deve essere determinata da una grave e prolungata crisi di liquidità. Cionostante spesso, al primo mancato pagamento, il malcapitato titolare di società subisce l’attribuzione di quella che rappresenta una vera e propria “lettera scarlatta”.

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Nei giorni scorsi il Tribunale di Tivoli si è espresso in merito con una sentenza che potrebbe costituire un prezioso precedente. Un imprenditore di Anagni era stato iscritto in Centrale Rischi a seguito della segnalazione negativa da parte della banca presso cui aveva acceso un mutuo. Nessun preavviso inviato, e in aggiunta la misura era partita dopo la prima rata saltata, a dispetto di anni di regolari pagamenti. È bastato un errore per disintegrare l’affidabilità creditizia a lungo costruita.

La tesi difensiva si è fondata sull’assunto che la segnalazione non era scaturita da un’approfondita analisi della situazione economica societaria. Il provvedimento, infatti, è consentito solo in caso di insolvenza equiparabile a fallimento. Nel caso in esame, invece, l’imprenditore era in regola con i versamenti contributivi, come certificato dal DURC. Così il Tribunale di Tivoli ha ordinato la cancellazione del nominativo dalla Centrale Rischi con efficacia retroattiva.

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Quale risarcimento se la segnalazione era illegittima?

Anche se ti potrà sembrare strano, il rimborso dei danni subiti non è automatico. Un principio, questo, sancito dalla Corte di Cassazione lo scorso gennaio (ordinanza n.207/2019). In tale occasione gli Ermellini avevano spiegato che l’improprio utilizzo da parte della banca delle informazioni relative al cliente non lo liberavano dall’obbligo di provare le conseguenze negative subite, e il loro ammontare.

La Corte di Cassazione aveva contestualmente riconosciuto un danno non patrimoniale, e quantificato la sua entità su base equitativa. Ciò in virtù del mancato preavviso di iscrizione in Centrale Rischi.

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La redazione



 
 


Perché è necessario effettuare con regolarità il collaudo del veicolo?

Possedere un’auto significa dover assolvere molteplici doveri, tra questi la periodica revisione

Ecco tutto quello che c’è da sapere per evitare le spiacevoli conseguenze (anche economiche) di una dimenticanza.

Ogni quanto tempo e dove va effettuata

Revisione-autoLa prima revisione scatta dopo quattro anni dall’immatricolazione; le successive, invece, hanno cadenza biennale.

I soggetti a cui rivolgersi sono due: officine autorizzate e Motorizzazione Civile della provincia di riferimento. Le spese da sostenere, fortunatamente, sono rimaste pressoché invariate negli ultimi 10 anni.

L’automobilista deve sborsare circa 60 euro se si affida a un’officina autorizzata o un’agenzia della rete ACI. L’importo scende invece a 45 euro se ci si rivolge alla Motorizzazione Civile.

La revisione interessa tutte le principali componenti dell’auto, tra cui l’impianto frenante, quello elettrico, il sistema di sicurezza, gli specchietti, le emissioni e i dati identificativi.

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…e se non viene superata la revisione?  

Può essere richiesta una sospensione temporanea della circolazione, finalizzata a risolvere piccoli problemi; in tal caso non è necessario pagare per un secondo controllo.

Se invece i guasti individuati sono significativi, devono essere riparati entro un mese, al termine del quale bisogna effettuare nuovamente la revisione. In casi particolarmente gravi si può arrivare alla demolizione del veicolo. Ciò spiega perché può essere consigliabile prenotare un pre-collaudo allo scopo di verificare lo “stato di salute” dell’auto: la spesa in questo caso è abbastanza contenuta (circa 30 euro).

Le sanzioni per chi circola con veicolo non collaudato

I furbetti rischiano una multa compresa tra 155 e 625 euro, cui si aggiunge l’obbligo immediato a effettuare la revisione.

Se l’auto viene fermata in autostrada la sanzione si inasprisce: si arriva infatti al fermo amministrativo temporaneo.

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Gli intoccabili: ecco i beni che resistono ai pignoramenti

Si scrive legge sul sovraindebitamento, si legge provvedimento salvasuicidi. La misura, (n.3), introdotta nel 2012, comporta la possibilità, per chi abbia accumulato pendenze che non è in grado di saldare, di presentare al Tribunale un programma, denominato piano del consumatore, basato sul saldo percentuale dei creditori. 
La stesura di questa bozza è affidata a un organismo di composizione della crisi, costituito da specialisti del settore come commercialisti o avvocati; spetta poi al Giudice stabilire se il debitore sia o meno meritevole, ovvero se le pendenze a suo carico non derivino da sue colpe. In tal caso dà il via libera all’esecuzione del piano del consumatore, su cui i creditori non hanno alcuna voce in capitolo, dovendosi accontentare delle percentuali di saldo e stralcio proposte; contestualmente, vengono inibiti i pignoramenti. Ciò significa che né la casa né gli altri beni di proprietà possono essere intaccati dall’esecuzione forzata.
La legge antisuicidi mira a individuare un compromesso tra esigenze contrapposte: laddove il debito sia materialmente impossibilitato a estinguere integralmente le proprie pendenze, si tutela l’esigenza del creditore di recuperare almeno una parte dell’importo originario. 
Quali beni non possono essere sottoposti a pignoramento?
Al di là dei casi in cui si chiede l’applicazione della misura sul sovraindebitamento, resta fermo il diritto di privati ed enti di riscossione a ottenere il saldo delle cifre dovute. Tuttavia ci sono alcuni beni, materiali e immateriali, che sono, per così dire intangibili, o che, quantomeno, possono essere intaccati solo a condizioni ben precise. Ecco quali sono. 
La casa
Il pignoramento, nel caso di privati, è permesso per qualunque importo mentre, in presenza di debiti con il Fisco, è sottoposto ad alcuni limiti. Ad esempio, il debito non deve essere inferiore a 120mila euro, come pure il valore degli immobili di proprietà del debitore; la casa in questione deve, inoltre, essere l’unica che gli appartiene, e dove risiede, dopo averla accatastata come civile abitazione.
Stipendio e pensione
Gli ultimi in ordine di tempo non possono essere toccati. La remunerazione del lavoratore può essere pignorata, prima di essere erogata o dopo essere stata accreditata in banca, per un massimo di un quinto. Se la cifra è inferiore o uguale a 2.500 euro il tetto massimo è di un decimo; per importi compresi tra 2.500 e 5.000 è invece di un settimo. 
Anche per le pensioni la cifra massima pignorabile è di un quinto tuttavia, nel caso in cui la trattenuta avvenga “alla fonte”, cioè presso l’ente di previdenza erogatore, la quota va calcolata dopo aver decurtato il minimo vitale o di sopravvivenza, equivalente a una volta e mezza l’assegno sociale (672, 10 euro).
Beni di famiglia 
Questi, tra cui si annoverano letti, tavoli, sedie, armadi, frigorifero, fornelli e lavatrice, sono definiti dal codice “assolutamente impignorabili”. Si tratta infatti di oggetti praticamente indispensabili allo svolgimento delle attività vitali, e quindi al mantenimento della routine familiare. 
Auto e polizze vita 
Se il veicolo è necessario ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa non può essere oggetto di fermo amministrativo. Neanche eventuali assicurazioni possono essere pignorate. 
Beni cointestati
Possono essere intaccati fino a un massimo del 50%. Se è possibile dividerli in natura, si procede a una spartizione fisica, negli altri casi, invece, si opta per una vendita integrale consegnando metà dell’incasso al creditore. 

Si scrive legge sul sovraindebitamento, si legge provvedimento salvasuicidi

Pignoramento_beniLa misura, (n.3), introdotta nel 2012, comporta la possibilità, per chi abbia accumulato pendenze che non è in grado di saldare, di presentare al Tribunale un programma, denominato piano del consumatore, basato sul saldo percentuale dei creditori. 
 
La stesura di questa bozza è affidata a un organismo di composizione della crisi, costituito da specialisti del settore come commercialisti o avvocati.
 
Spetta poi al Giudice stabilire se il debitore sia o meno meritevole, ovvero se le pendenze a suo carico non derivino da sue colpe. 
In tal caso dà il via libera all’esecuzione del piano del consumatore, su cui i creditori non hanno alcuna voce in capitolo, dovendosi accontentare delle percentuali di saldo e stralcio proposte; contestualmente, vengono inibiti i pignoramenti. 
 

Ciò significa che né la casa né gli altri beni di proprietà possono essere intaccati dall’esecuzione forzata.

La legge antisuicidi mira a individuare un compromesso tra esigenze contrapposte: laddove il debitore sia materialmente impossibilitato a estinguere integralmente le proprie pendenze, si tutela l’esigenza del creditore di recuperare almeno una parte dell’importo originario. 
 

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Tuttavia ci sono alcuni beni, materiali e immateriali, che sono, per così dire intangibili, o che, quantomeno, possono essere intaccati solo a condizioni ben precise. 
Vediamo quali sono 
 

La casa

casa_pignorataIl pignoramento, nel caso di privati, è permesso per qualunque importo mentre, in presenza di debiti con il Fisco, è sottoposto ad alcuni limiti. 
 
Ad esempio, il debito non deve essere inferiore a 120mila euro, come pure il valore degli immobili di proprietà del debitore; la casa in questione deve, inoltre, essere l’unica che gli appartiene, e dove risiede, dopo averla accatastata come civile abitazione.
 

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Gli ultimi in ordine di tempo non possono essere toccati. La remunerazione del lavoratore può essere pignorata, prima di essere erogata o dopo essere stata accreditata in banca, per un massimo di un quinto. 
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Anche per le pensioni la cifra massima pignorabile è di un quinto tuttavia, nel caso in cui la trattenuta avvenga “alla fonte”, cioè presso l’ente di previdenza erogatore, la quota va calcolata dopo aver decurtato il minimo vitale o di sopravvivenza, equivalente a una volta e mezza l’assegno sociale (672,10€).
 

Beni di famiglia 

Questi, tra cui si annoverano letti, tavoli, sedie, armadi, frigorifero, fornelli e lavatrice, sono definiti dal codice “assolutamente impignorabili”. 
 
Si tratta infatti di oggetti praticamente indispensabili allo svolgimento delle attività vitali, e quindi al mantenimento della routine familiare. 
 

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Se il veicolo è necessario ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa non può essere oggetto di fermo amministrativo. Neanche eventuali assicurazioni possono essere pignorate. 
 
Beni cointestati
Possono essere intaccati fino a un massimo del 50%. Se è possibile dividerli in natura, si procede a una spartizione fisica, negli altri casi, invece, si opta per una vendita integrale consegnando metà dell’incasso al creditore. 
 

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Da Redazione