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Cosa c’è da sapere sul pignoramento del conto corrente

Segreto bancario, questo sconosciuto

Pignoramento-presso-terziNegli ultimi anni si sono susseguite una serie di revisioni legislative che hanno consentito al creditore, sia che si tratti di un privato che di Agenzia delle Entrate Riscossione, di ottenere numerose informazioni finanziarie sul debitore. La prima e più immediata conseguenza è l’esemplificazione della procedura di pignoramento del conto corrente, noto come pignoramento presso terzi.

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Qual è l’iter che deve seguire il creditore?

Il primo passo da compiere è recapitare l’intimazione di pagamento al soggetto presso cui è stato attivato il conto corrente, e al debitore. Tale atto equivale a una citazione in giudizio, nell’ambito della quale viene deciso quale somma destinare al creditore. Contestualmente è vietato alla banca o alla Posta di autorizzare prelievi di tale ammontare.

Conto corrente: perchè scegliere N26?

Particolare tutela è riconosciuta a dipendenti e pensionati, il cui conto corrente è pignorabile integralmente solo se non funge da deposito di redditi da lavoro dipendente o di carattere previdenziale.  In tutti gli altri casi il creditore può aggredire gli importi già presenti al momento della notifica dell’atto solo se superano la soglia determinata dal triplo dell’assegno sociale. Un valore, questo, che si aggiorna annualmente: per il 2019 è pari a 457,99, quindi la somma intoccabile ammonta a 1373,97 euro.

Ciò che viene accreditato sul conto corrente in data successiva a titolo di stipendio o pensione può essere pignorato nei limiti di un quinto.

Pignoramento: che succede se il saldo è negativo o positivo?

Nel primo caso, se l’avvio del giudizio è preceduto da un accredito sul conto del debitore, l’importo passa al creditore.

Se invece il conto è in attivo per una cifra uguale o inferiore alla pendenza, questa è congelata fino all’udienza di assegnazione. Se l’accredito supera il valore da pignorare, il debitore può beneficiare della differenza.

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Pignoramento se non paghi Imu, Tari e Tasi?

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Pignoramenti-fastA breve il tuo Comune potrebbe avere maggiori poteri in termini di riscossione, e “aggredire” i tuoi beni molto più rapidamente del passato. Una brusca e inattesa sterzata, questa, che sembrerebbe essere contenuta nella Legge di Bilancio 2020.

Detto provvedimento, infatti, secondo indiscrezioni, prevederebbe l’introduzione dello strumento dell’accertamento esecutivo anche per le tasse a carattere locale. Così, il Comune potrebbe passare alle vie di fatto già dopo aver inviato l’avviso di accertamento e l’intimazione di pagamento.

All’origine della muscolare modifica ci sarebbe l’esigenza, da parte degli enti dislocati sul territorio, di contrastare l’evasione di tasse come Tari, Imu e Tasi che, secondo stime, comporterebbe un mancato incasso di circa 5 miliardi di euro.

Cosa potrebbe succedere, quindi, ai contribuenti debitori a partire dal prossimo anno? Se la somma non pagata è inferiore a diecimila euro, riceveranno un sollecito di pagamento e, per evitare di incappare in misure esecutive, dovranno saldare la pendenza in un’unica tranche, o “spalmandola” in un arco di tempo compreso tra quattro mesi e sei anni.

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Bollo auto: cancellazione automatica dei debiti del periodo tra il 2000 e il 2010?

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Il Governo infatti starebbe pensando di ricomprendere al suo interno anche la sanatoria del bollo auto, dei tributi locali e delle multe emesse tra il 2000 e il 2010.

Dunque, l’approvazione della Legge di Bilancio 2018, per cui potrebbe essere necessario attendere sino alla fine dell’anno, sancirebbe la cancellazione automatica del bollo auto non pagato nel suddetto arco di tempo.

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Il bollo auto in breve

Questo rappresenta una tassa da corrispondere alla Regione in cui si risiede, e che è correlata al semplice possesso del veicolo, indipendentemente dal fatto che lo si utilizzi o meno.

Il termine entro cui pagare il bollo auto è l’ultimo giorno del mese seguente a quello indicato sul tagliando. Se quindi è riportato il 31 maggio, il versamento deve essere effettuato entro il 30 giugno.

La relativa ricevuta deve essere conservata per 5 anni, anche se, a differenza del passato, non è più necessario esibirla. D’altra parte è interesse dell’automobilista poterla presentare nel caso in cui l’ACI contesti il pagamento.

 

…e se “evadi” il bollo?

In caso di mancato versamento per tre anni consecutivi la Motorizzazione Civile interpella Polizia e Carabinieri che ritirano carta di circolazione e targa. Contestualmente c’è la cancellazione dal pubblico registro automobilistico.

Si può riprendere a utilizzare il mezzo solo dopo aver versato la somma dovuta maggiorata di sanzioni e interessi.

Se invece il bollo non è stato pagato per un arco di tempo circoscritto, è sufficiente il ravvedimento operoso, simile a un mini-condono, per chiudere i conti.

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