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Cartelle esattoriali scadute? Prorogati termini di pagamento

Rata in arrivo per chi ha aderito alla rottamazione ter

Proroga-rottamazioneIl termine ultimo per pagare è il 30 novembre ma, grazie ad alcune circostanze concomitanti, ci sarà tempo fino al 9 dicembre. Infatti, trattandosi di un sabato, c’è uno slittamento al 2 dicembre; tenendo poi conto degli ulteriori 5 giorni di tolleranza, la scadenza è rimandata al secondo lunedì del mese prossimo.

Il rinvio è particolarmente significativo – ed utile – se si considera che in passato il mancato rispetto delle scadenze aveva serie conseguenze sul contribuente. Si decadeva infatti automaticamente dal beneficio.

Ultimo, ma non meno importante, la funzione fai da te” disponibile nell’area personale del sito Agenzia delle Entrate Riscossione consente di verificare, comodamente e da casa, se la richiesta di rottamazione è stata accolta. Inoltre, è possibile scegliere quale cartella esattoriale saldare, tra quelle interessate dalla definizione agevolata.

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Parma: consumatore avrà 30 anni di tempo per pagare i creditori

Qual è il peggior timore di chi ha un debito?

Legge-sovraindebitamentoPerdere tutto. Non solo la casa, ma anche ciò che ruota intorno a questa. Vale a dire, affetti e relazioni, elementi in dispensabili per determinare la qualità della vita. Quello che angoscia maggiormente chi ha una somma da pagare - ed è materialmente impossibilitato a farlo – è il pensiero di vedere polverizzata la propria dignità di essere umano.

In tal senso si è rivelata fondamentale la cosiddetta legge sul sovraindebitamento (n.3/2012), che ha sancito il diritto del debitore di estinguere le pendenze pagando in proporzione alla propria disponibilità economica.

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di applicazione del provvedimento, ma quello di Parma presenta il carattere dell’eccezionalità. Il debitore, infatti, avrà 30 anni di tempo per estinguere la pendenza, che è stata ridotta di 80mila euro passando da 240mila a 160mila euro.

Come districarsi tra i creditori, quando le somme dovute lievitano?

Il caso di Parma ha visto protagonista un cittadino che si era indebitato non solo nei confronti dell’INPS, ma anche di quattro finanziarie.

L’uomo, che percepisce un reddito annuo di 24mila euro, ne dovrà pagare 300 al mese per 30 anni, così da estinguere la pendenza rinegoziata; la quota più consistente (90%) verrà versata all’INPS.

 

Occ: un aiuto concreto per il debitore che vuole tornare a vivere

Un ruolo centrale nell’applicazione della legge sul sovraindebitamento viene giocato dall’Organismo di Composizione della Crisi. A questo il debitore inoltra la richiesta di nomina del professionista con il cui supporto sarà redatto il cosiddetto piano del consumatore, finalizzato a ristrutturare/rinegoziare la pendenza.

Dopo essere predisposto questo documento deve essere esaminato dai creditori e dall’autorità giudiziaria.

Lo scorso marzo si è costituito l’Occ di Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Modena. Detto organismo raggruppa i dottori commercialisti e gli esperti contabili del territorio, che si stima siano circa 200.

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La redazione 



 
 




 
 


Usura bancaria: cosa cambia con la regola del 2,1%

Caro mutuo, quanto mi costi?

Cassazione-tassi-interesseOttenere un finanziamento per acquistare casa, ristrutturarla, o per gestire un’azienda NON è un punto d’arrivo, né garantisce una strada in discesa a privati e imprenditori. Al contrario, a dirla tutta, può costituire una sorta di Spada di Damocle: bisogna assicurare alla banca un flusso costante di denaro, “fino all’estinzione del debito”, ovvero, fino al pagamento dell’ultima rata. 

Anche chi non ha mai richiesto un mutuo può immaginare che onorare questo impegno non è MAI semplice né scontato, perché si parla di contratti la cui durata è generalmente superiore a 15 anni. Un arco di tempo in cui può succedere di tutto. Nel bene e nel male.

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Insomma, possiamo dire che accendere un mutuo rappresenta già sulla carta un azzardo, una sfida. A complicare ulteriormente le cose contribuiscono spesso voci di spesa che si manifestano a distanza di tempo dalla firma del contratto. Un esempio su tutti? I cosiddetti interessi di mora, a cui bisogna far fronte in caso di ritardato pagamento di una o più rate mensili.

Una voce di spesa non gradita – per ovvi motivi – ai mutuatari, ma, cosa meno intuitiva, recentemente diventata un problema anche per le banche. Perché? È presto detto. Gli interessi moratori finiscono sempre più spesso nel mirino dei tribunali e della Cassazione ai fini dell’individuazione di eventuali tassi usurari.

In questi anni si sono così susseguite sentenze spesso in contrasto tra loro. Per verificare se gli interessi pagati alla banca sono usurari in quanto superano i valori soglia fissati da Banca d’Italia, è necessario tenere conto anche della mora? La questione è complessa, perché la voce di spesa non viene addebitata al mutuatario AUTOMATICAMENTE , ma solo in caso di ritardato pagamento.

A complicare il quadro è intervenuta la sentenza n.16303/2018 della Corte di Cassazione, che ha proposto di maggiorare del 2,1% il tasso d’interesse di TUTTI i mutui per verificare se il contratto stipulato con la banca può definirsi usurario.

Il “rimedio” rischia di essere peggio della “malattia”, almeno per due motivi: non è dato sapere se questo criterio sarà applicato anche ai mutui già esistenti, né cosa succederà ai mutuatari.

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