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Vendita all’asta: che differenza c’è tra beni mobili e immobili?

Qual è l’incubo di chi ha un debito? Perdere tutto ciò che possiede

Pignoramento beni mobiliChe si tratti di beni mobili facilmente sostituibili o della casa in cui si vive non fa troppa differenza. 

Il pignoramento resta uno dei momenti più traumatici. Per questo assume particolare importanza la riforma dell’iter di espropriazione forzata introdotta lo scorso anno (D.L. n.59/2016 convertito con modifiche dalla legge n.119 del 30 giugno 2016)

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Condizioni più rigide per chi vuole contestare l’esecuzione forzata

Il pignoramento deve includere un nuovo avvertimento, inoltre non è possibile presentare opposizione dopo che è stata decisa la vendita o l’assegnazione, a meno che si riesca a dimostrare di non aver potuto procedere tempestivamente per ragioni indipendenti dalla propria volontà.

Liquidazione più facile per beni mobili e immobili

Si snelliscono i tempi relativi alla vendita senza incanto di beni mobili.

Già dopo sei mesi gli interessati possono presentare le offerte di acquisto in busta chiusa alla Cancelleria, precisando prezzo, tempistiche e modalità di pagamento. 

Contestualmente, viene esemplificata la procedura di liberazione dell’immobile pignorato, che può essere affidato a un terzo da designare entro 5 giorni dall’emanazione del provvedimento di assegnazione.

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Che succede dopo tre aste andate deserte?

Beni mobili e immobili vengono disciplinati diversamente.  

Per quanto riguarda i primi, infatti, si stabilisce che il giudice determina «il numero totale, comunque non superiore a tre, di tentativi di vendita, come pure i criteri inerenti i relativi ribassi, le modalità di deposito del ricavato, e il termine ultimo, non superiore ai sei mesi, entro cui l’incaricato della procedura deve rendere gli atti alla Cancelleria».

Il limite di tre aste non vale per i beni immobili.

La riforma ha interessato solo il prezzo pattuito, stabilendo che, in concomitanza di un nuovo tentativo di vendita, il giudice può scegliere varie forme di pubblicità, individuando un importo base più basso di quello precedente, fino a un massimo di un quarto.

Dopo la terza asta andata deserta, invece, il prezzo può arrivare a dimezzarsi. 

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Fermo amministrativo: a rischio anche i disabili?

La risposta è no

Fermo-amministrativo-disabileA patto che riesca a provare che il veicolo sia indispensabile allo svolgimento della sua professione. L’esonero interessa anche l’auto intestata a un parente stretto ma che viene utilizzata esclusivamente dalla persona invalida. Un principio, questo, entrato in vigore a febbraio 2018.

Dunque il debitore può opporsi ad Agenzia delle Entrate Riscossione chiedendo la cancellazione del provvedimento o del suo preavviso.

Vuoi verificare se sul tuo veicolo è iscritto un fermo amministrativo? Clicca qui 

Come fare a neutralizzare CONCRETAMENTE il fermo? Il disabile deve presentare una dichiarazione sostitutiva attraverso cui dimostra che il veicolo interessato dal fermo è stato acquistato beneficiando delle agevolazioni introdotte dalla Legge 104/1992. In alternativa, deve certificare di essere intestatario di un contrassegno emesso dal comune di residenza ai fini del parcheggio riservato.

La procedura deve poi essere perfezionata attraverso l’esibizione della copia della carta di circolazione in cui sia chiaramente indicato che l’auto è munita dei dispositivi finalizzati al trasporto di disabili.

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Chi potrà beneficiare del Fondo Salva Casa?

Perdere la casa equivale spesso a perdere la dignità e la fiducia nel futuro

Fondo-Salva-CasaIl pignoramento infatti, compromette seriamente non solo la vita privata, ma anche quella professionale. Legami che si disgregano determinando solitudine, malessere, depressione. In quest’ottica il progetto Fondo Salva Casa, presentato nei giorni scorsi dal senatore Daniele Pesco in collaborazione con ACLI assume una rilevanza particolare. L’obiettivo è comprare gli immobili pignorati e sottoposti ad asta giudiziaria per concederli in uso, a un canone d’affitto modesto, alle famiglie vittime di esproprio. L’auspicio è che, in una fase successiva, queste siano in grado di rientrare in possesso della casa.

Il Fondo Salva Casa, destinato inizialmente a 10mila famiglie, mira a recuperare circa 13mila immobili utilizzati come prima casa.

Il tema del pignoramento immobiliare è di estrema attualità, basti pensare che da qui al 2024 le vendite all’asta previste saranno circa 250mila. Contestualmente, la Caritas lancia l’allarme: sono sempre di più le famiglie in cerca di sostegno materiale, a seguito della perdita della casa in cui vivevano.

Peraltro, spesso la vendita all’asta non risolve comunque il problema originario, vale a dire il debito da saldare. Secondo stime recenti, infatti, viene recuperato appena un terzo del prezzo degli immobili il cui valore è uguale o inferiore a 250mila euro.

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