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Debiti: pignoramento anche se l’auto non è tua

Hai una pendenza e una macchina parcheggiata in garage?

Pignoramento-autoIl creditore potrebbe pignorarla. Anche se è di proprietà di un parente o di un amico. A pronunciarsi in questo senso è stata la Cassazione (sentenza n.26327 del 17 ottobre 2019), che potrebbe “preparare il terreno” a nuove strategie connesse al saldo dei debiti.

D’ora in poi l’ufficiale giudiziario incaricato dell’esproprio potrà intervenire anche sui veicoli a disposizione del debitore ma intestati a terzi. Auto e moto rientrano infatti nella categoria dei beni mobili a cui già si applica il principio “possesso vale titolo”.

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Dunque, anche se l’auto, in base al Pubblico Registro Automobilistico, risulta intestata ad un parente o ad un amico, potrà essere pignorata al debitore che la detiene in uso.  Le informazioni contenute nell’archivio, infatti, non risultano vincolanti, perché il veicolo potrebbe appartenere a un’azienda o a un soggetto che non è munito di patente.

Per evitare di causare problemi a chi ci ha aiutato in un momento di difficoltà, sarebbe quindi consigliabile liberarsi del veicolo prestato, in caso di pignoramento imminente.

D’altra parte è necessario precisare che attualmente non si sa quando e in che misura troverà applicazione la decisione della Cassazione.

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Pignoramento: i “paletti” a cui deve attenersi l’ente riscossore

Fino a dove si estendono i poteri dell’esattore?

Avviso-di-ruolo-pignoramentoLa buona notizia, per il contribuente indebitato, è che questa figura ha limiti – anche territoriali– chiaramente definiti. Un punto, questo, specificato dalla Corte di Cassazione mediante l’ordinanza n. 10701 emessa lo scorso 4 maggio.

L’atto ha così determinato la decadenza del pignoramento effettuato dall’esattore fuori dal suo ambito geografico di pertinenza. Il funzionario si era infatti spinto non solo al di là dalla sua provincia, ma addirittura in un’altra regione.

La pronuncia della Corte di Cassazione è seguita al ricorso avanzato da un contribuente. L’uomo aveva subito l’esproprio forzoso di parte dell’ammontare del suo conto corrente ad opera di Equitalia Nord.

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Pignoramento: qual è l’iter in caso di “intervento esterno”?

La Sezione Tributaria Civile della Corte di Cassazione si è richiamata all’articolo 46 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 602/1973. Così, ha specificato che, se il credito vantato deve essere riscosso in altra località, l’ente preposto è tenuto a delegare telematicamente l’omologo geograficamente competente.

I poteri dell’ente riscossore, infatti, sono oggetto di localizzazione mediante apposito provvedimento. E generalmente il soggetto è competente nella provincia di riferimento.

Nel caso esaminato dalla Sezione Tributaria Civile della Corte di Cassazione, peraltro, non era stata inoltrata delega alcuna. Così sono state accolte le istanze del contribuente ed Equitalia è stata chiamata a risarcire le spese inerenti il giudizio di legittimità.

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La notifica della cartella è obbligatoria se l’ente di riscossione si inserisce in un pignoramento altrui?

La risposta, negativa, è stata formulata nei mesi scorsi dalla Terza Sezione Civile della Cassazione (sentenza n. 3021/2018).

Dunque, la notifica della cartella di pagamento è condizione necessaria ai fini dell’esproprio forzoso solo se l’agente di riscossione interviene direttamente, e non se si affianca ad altri soggetti che hanno già avviato la procedura.

Perciò Agenzia delle Entrate Riscossione può inserirsi in un pignoramento a patto che sia stato precedentemente emesso un titolo esecutivo, ovvero il cosiddetto ruolo, e/o il precetto. In tal senso non è quindi necessario che le cartelle esattoriali siano state notificate al debitore.

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In vista proroga termini pagamento debiti con AER

Hai ottenuto la rottamazione ma poi hai dimenticato la prima rata?

Proroga-rottamazione-cartelle-30-novembreÈ probabile che il Governo prorogherà la scadenza di pagamento a sabato 30 novembre, che equivale a lunedì 2 dicembre. Il provvedimento è rivolto a quanti, pur avendo concordato la rateazione del debito nei mesi scorsi, non avevano versato la prima tranche entro il 31 luglio.

La riapertura dei termini è stata inserita nella bozza di Decreto Fiscale attualmente in esame e ha buone possibilità di andare a regime. Infatti, alla scadenza estiva della prima rata della rottamazione ter solo in metà dei casi all’approvazione della richiesta era seguito il pagamento. Lo Stato aveva così incassato solo circa 1,5 miliardi di euro a fronte dei quasi 3 previsti dalla Legge di Bilancio.

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