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La donazione è compatibile con uno stato di indebitamento?

Chi non ha saldato le proprie pendenze può cedere gratuitamente i propri beni?

Donazione-nullatenenteLa procedura può rivelarsi illegittima, se il Tribunale evidenzia che è stata effettuata per scongiurare l’eventualità di un pignoramento. A pronunciarsi in merito è intervenuta nei giorni scorsi la sezione civile del foro di Cassino, che ha accolto le ragioni di una banca creditrice nei confronti di un cliente. All’origine di tutto una richiesta di finanziamento per alcune decine di migliaia di euro presentata circa due anni fa. La liquidità concessa non è stata integralmente rimborsata, e così è partito un decreto ingiuntivo destinato a un immobile di proprietà del debitore.

L’uomo prende tempo, propone ricorso e congela il provvedimento: intanto dona la casa a un parente, così da metterla “al sicuro”.  Successivamente viene riconosciuta la fondatezza del decreto ingiuntivo, e la banca procede alla revocatoria della donazione. Il Tribunale di Cassino dà così il via libera all’esproprio dell’immobile.

Un orientamento, questo, ribadito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza 23907/19. Gli Ermellini hanno infatti spiegato che, entro cinque anni dalla donazione, i creditori che non sono stati risarciti possono adire le vie legali per ottenere la revoca del provvedimento. Il debitore può opporsi solo se riesce a provare di avere a disposizione comunque beni sufficienti a saldare la pendenza.

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Arrestata commercialista toscana: intascava soldi per risolvere problemi fiscali, e invece…

Si fa presto a dire conciliazione

Guardia-Finanza-ViareggioQuando si tratta di Fisco, però, non deve bastare la parola professionista per scegliere le mani a cui affidare il proprio destino. L’ignaro contribuente, infatti, potrebbe avere davanti un veterano sì…ma della falsificazione di atti pubblici.

L’ultimo episodio in merito è emerso nei giorni scorsi a Prato, dove la Finanza ha arrestato una commercialista: l’accusa è truffa pluriaggravata e falso. Le vittime si erano rivolte alla donna per due ricorsi relativi ad altrettante commissioni tributarie provinciali, allo scopo di definire la pendenza notificata tramite cartelle esattoriali.

La sedicente professionista ha modificato il testo delle pronunce emesse dalle commissioni allo scopo di farsi consegnare dalle due clienti, un’imprenditrice ed una commerciante, più di 70mila euro.

Le donne, però, si sono rivolte alle CTP per verificare la fondatezza della richiesta e, dopo aver scoperto la verità, hanno presentato denuncia alla Procura della Repubblica del capoluogo toscano.

La Guardia di Finanza ha colto la donna in flagrante, mentre si faceva consegnare – nuovamente – alcune migliaia di euro.

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Mutuo: chi garantisce per i garanti?

Assumere il ruolo di fideiussore rappresenta un passo di non ritorno?

Garante-mutuoSuccede spesso che un figlio, il partner, un parente o un amico stretto abbiano bisogno di un mutuo ma non siano nelle condizioni finanziarie necessarie per richiederlo autonomamente. A quel punto si ricorre a una figura in grado di fungere da “sponsor”, offrendo alla banca sufficienti tutele rispetto al rimborso della somma erogata.

Quale contropartita subisce però il fideiussore? Può, a sua volta, ottenere un finanziamento, o il ruolo che esercita costituisce un ostacolo? Proviamo a fare il punto.

Se il mutuatario “scappa” dalle sue responsabilità?

Il garante deve rispondere in prima persona dell’importo residuo, risarcendo l’istituto di credito. Ciò comunque non gli fa acquisire alcun diritto né di uso né di proprietà sull’immobile.

La garanzia che deve offrire il fideiussore coincide con la durata del mutuo, ed è quindi generalmente compresa tra 20 e 30 anni, ma può succedere che, strada facendo, la sua situazione cambi. A questo punto si potrebbe rendere necessario un distacco dall’obbligazione contratta; addirittura si potrebbe chiedere di cancellare la figura del garante, ma generalmente la banca accetta solo se la situazione finanziaria del mutuatario si è evoluta positivamente.

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Il fideiussore può richiedere un mutuo per sé?

La risposta è sì, compatibilmente con la valutazione del risk rating da parte dell’istituto di credito. Questo infatti in fase preventiva verifica l’entità degli introiti per valutare se un’eventuale nuova rata sarebbe sostenibile, al netto dello stipendio decurtato dall’importo mensile relativo al finanziamento per cui ha prestato garanzia.

Esempio: se il garante percepisce 1500 euro al mese e il mutuo per cui è precedentemente intervenuto prevede una rata di 400 euro, la quota massima per cui potrà ulteriormente impegnarsi non dovrà essere superiore a un terzo di 1100 euro.

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