La tua auto è “maggiorenne”? Forse questo può farti avere uno sconto

Infatti, le conseguenze determinate dall’esproprio del debitore, che si tratti di un immobile, di un’auto o del conto corrente, sono praticamente identiche. La compromissione – talvolta definitiva – della quotidianità, e l’emarginazione dal comparto lavorativo.
Fortunatamente, però, la sensibilizzazione crescente dell’opinione pubblica è uno dei principali fattori delle vittorie in giudizio dei cittadini. L’ultima, in ordine di tempo, è stata conseguita da una famiglia della provincia di Monza, salvata dallo sfratto a cui rischiava di andare incontro per un debito complessivo di circa 200mila euro nei confronti di una banca e di privati. I legali sono infatti riusciti a congelare l’asta programmata per metà settembre presso il Tribunale di Monza.
L’inferno, per la famiglia, è iniziato quando, dopo la perdita del lavoro di uno dei due coniugi, è stato impossibile far fronte alle rate del mutuo e alle altre spese previste. I creditori sono intervenuti, e per genitori e figli l’eventualità di restare senza un tetto è diventata reale. L’intervento degli avvocati ha però consentito di giungere a un compromesso, tagliando del 50% la pendenza ed evitando lo sfratto.
La vittima della sconcertante vicenda è un imprenditore napoletano reo di non aver pagato multe per un totale di 680 euro. I suoi difensori, però, sostengono che la somma dovuta era stata cancellata causa prescrizione.
L’uomo aveva subito il blocco del conto corrente da parte di un ente di riscossione che, in alcune zone della Campania, ha preso il posto di Equitalia. Gli avvocati, dimostrando l’illegittimità del provvedimento, sono riusciti a ottenerne il congelamento. E promettono battaglia al processo previsto per ottobre.
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La redazione
Sono questi gli assi portanti della vita di ogni italiano. Nei mesi scorsi l’opinione pubblica è stata positivamente sorpresa dai dati Istat relativi alle assunzioni. Si è infatti registrato un incremento dei contratti a tempo indeterminato, in concomitanza con l’attuazione del Decreto Dignità. Tuttavia il trend rappresenta solo la scintillante punta di un iceberg contro cui il Paese potrebbe schiantarsi. Il suo nome è staff leasing.
Staff Leasing: le testimonianze di chi ci è passato
È una tipologia contrattuale, questa, caratterizzata dalla somministrazione, dal “prestito” di un lavoratore, assunto da un’agenzia, a terzi (aziende, società). Il tetto annuo di dipendenti inquadrabili è pari al 20% dei nuovi “acquisti” in organico dal 1 gennaio.
Tecnicamente l’assunzione tramite contratto di staff leasing risulta più vantaggiosa per il dipendente, in quanto scongiura il rischio di un limbo di precarietà potenzialmente infinito. Inoltre, lo stipendio percepito è pari a quello dei colleghi dipendenti dell’azienda.
Questa formula contrattuale è stata impiegata in misura esponenziale a seguito dell’entrata in vigore del provvedimento del Governo Cinque Stelle-Lega. Molti osservatori hanno ritenuto la tendenza un modo per aggirare il limite di 24 mesi relativo all’assunzione di un dipendente tramite contratto a tempo determinato.
Lo staff leasing, quindi si sta rivelando una cura peggiore della malattia della precarietà. Infatti, se l’azienda utilizzatrice dovesse avere problemi produttivi/organizzativi l’agenzia del lavoro si ritroverebbe a pagare un certo numero di dipendenti e doverli contestualmente ricollocare.
Come se non bastasse, a parità di retribuzione rispetto ai colleghi assunti direttamente dall’azienda, i lavoratori in staff leasing vedono fortemente condizionato e limitato il loro diritto di esprimersi all’interno delle assemblee sindacali.