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Vaccini: in arrivo 2 milioni di multe (anche a chi è immunizzato)

Caro contribuente ti scrivo…

Multe-mancato-vaccinoSi sa che quando lo Stato si mette in contatto con il cittadino, ed a far da tramite è Agenzia delle Entrate, difficilmente si tratta di buone notizie (ad esempio: un credito maturato dal privato).

L’ultimo, macroscopico esempio, in ordine di tempo, è rappresentato dalle multe per mancato completamento del ciclo vaccinale NON solo da parte degli over 50 che effettivamente non hanno ricevuto le tre dosi canoniche, ma anche da chi ne ha avute solo due perché poi è risultato positivo al Covid19…

Attualmente si stima che le sanzioni emesse da AER abbiano raggiunto quota 2 milioni.

È stato il Decreto Legge 1/2022 a sancire l’obbligo vaccinale per gli over 50 e per chi compie 50 anni entro il 15 giugno prossimo: in questa finestra temporale, chi ha ricevuto al massimo una dose di vaccino anti-Covid19 è soggetto al pagamento di una multa da 100 euro.

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Qual è la procedura di comunicazione della sanzione?

A inviare la notifica al contribuente è Agenzia delle Entrate Riscossione, ma poi l’irrogazione vera e propria spetta al Ministero della Salute.

Tra il primo ed il secondo passaggio, però, ci sono alcuni step intermedi, finalizzati a garantire al cittadino la possibilità di argomentare, (ed eventualmente giustificare) la mancata ottemperanza dell’obbligo. Nello specifico, dalla ricezione della comunicazione ci sono 10 giorni per notificare all’Asl di riferimento perché si è ricevuta solo una dose vaccinale, o neanche quella. Contestualmente, il contribuente deve informare anche l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Spetta poi all’Azienda Sanitaria Locale di pertinenza verificare la fondatezza delle motivazioni indicate e, se necessario, procedere all’iter di irrogazione della multa. Il Fisco ha quindi sei mesi di tempo per inviare tramite Pec o raccomandata A/R la relativa cartella esattoriale, comprensiva delle spese di notifica; il cittadino deve pagare entro i due mesi successivi.

La redazione 

 



 


Fondo patrimoniale: che succede in caso di debiti?

La famiglia è una benedizione

Fondo-patrimonialeL’ancora di salvezza contro la solitudine tossica, il senso di inutilità, le ruminazioni mentali…

I legami con genitori, fratelli e figli, però, non sono solo miele e caramelle. Possono, al contrario, essere caratterizzati da elementi e risvolti negativi. Soprattutto quando in ballo ci sono i soldi.

Che succede, ad esempio, se il partner contrae dei debiti? Come bisogna comportarsi con i creditori che, famelici, bussano alla porta? Ci si può appellare ad una qualche forma di garanzia, o ci si deve rassegnare ad essere completamente in balia degli eventi?

Aver costituito in precedenza un fondo patrimoniale tutela, in un certo senso, entrambe le parti. Vediamo nel dettaglio come.

Caratteristiche del fondo patrimoniale

Alla sua formazione, previa stipula scritta di apposito documento (ad esempio, tra due coniugi), concorrono beni immobili, beni mobili (registrati) e titoli di credito.

Non confluiscono al suo interno, invece, gli oggetti che possono essere venduti e acquistati senza la sottoscrizione di un contratto scritto (mobili, preziosi, accessori personali).

Perché si ricorre al fondo patrimoniale?

Per mettere al riparo beni di particolare pregio da eventuali debiti futuri.

Il contenuto del fondo patrimoniale, infatti, NON può essere aggredito dal creditore se la somma pendente è estranea alle esigenze/bisogni del nucleo familiare del debitore.

Entro quanto tempo può essere aggredito il fondo patrimoniale?

I limiti temporali entro cui il creditore può rivalersi variano in base a quando è “sorto” il debito:

  • se questo è successivo alla costituzione del fondo, il suo contenuto può essere pignorato in qualunque momento;
  • se il debito è più “vecchio” del fondo patrimoniale, il credito può aggredirlo ENTRO cinque anni.

 

 



 


Dimenticato il bollo auto? Evita il pignoramento con il ravvedimento operoso

Il rapporto che lega l’automobilista alla propria macchina può essere definito, senza paura di esagerare, di amore ed odio

Bollo-auto-ravvedimento-operosoAvere a disposizione un mezzo di trasporto garantisce libertà, autodeterminazione, ed un certo margine di pigrizia/comodità (perlomeno in confronto a chi usa bus) ma ha una contropartita riassumibile in una parola: responsabilità. Morale, legale, economica…

In quest’ultima categoria rientrano bollo ed RC Auto, tributi che l’automobilista è obbligato a pagare a cadenza periodica, anche indipendentemente dal fatto che utilizzi il veicolo di cui è proprietario.

Tuttavia, può capitare inavvertitamente di dimenticare di saldare l’importo del bollo: perdere qualcosa per strada è umano e comprensibile, soprattutto in un contesto come quello odierno in cui il quotidiano e disseminato di scadenze (luce, gas, condominio) e spesa obbligatorie e non procrastinabili.

Che fare, allora? Prepararsi psicologicamente a scenari a tinte fosche (pignoramento auto, ritiro patente)? No, chi si accorge dell’errore e vuole rimediare viene premiato limitando i danni economici. Usufruisce infatti del ravvedimento operoso, modalità di pagamento che prevede una quota aggiuntiva di sanzioni relativamente contenuta.

Come accedere al ravvedimento operoso?

La prima condizione è: NON far passare troppo tempo. Nello specifico, bisogna saldare il bollo non pagato ENTRO un anno dalla scadenza del tributo. Altrimenti, il ricarico comprenderà la quota massima di sanzioni, ed all’esborso economico si potrebbero aggiungere le ganasce fiscali, e quindi l’impossibilità di usare il mezzo.

Quali scaglioni prevede il ravvedimento operoso?

Gli automobilisti più tempestivi (saldo entro 14 giorni dalla scadenza del bollo) devono corrispondere lo 0,03% di interessi di mora, a cui si somma lo 0,01% di sanzione per ogni giorno di ritardo.

La sanzione da sommare alla mora lievita letteralmente se si lasciano passare da 15 a 30 giorni per regolarizzare la propria posizione.

Se il ritardo è compreso tra uno e tre mesi, la sanzione arriva a 1,67%, e dal 91esimo giorno fino allo scoccare di un anno diventa più del doppio: 3,75%.

La redazione