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Novità in arrivo in materia di tassi usurari da Salerno e Brindisi

Continuano ad arrivare buone notizie per i contribuenti campani

Tassi-usurariNei giorni scorsi è stato accettato il ricorso presentato alla Commissione Tributaria di Salerno in merito a una cartella esattoriale che sarebbe gravata da interessi usurari. La documentazione relativa sarà inoltrata alla magistratura che dovrà verificare la sussistenza del reato. Nel frattempo il cittadino che ha sollevato la questione ha visto sospendere il suo debito di 10mila euro a titolo di Tarsu.

Secondo l’avvocato difensore sarebbero stati applicati interessi pari al 9%, e quindi superiori alla “forbice “ prevista per legge (6-8%). In precedenza la Commissione Tributaria di Salerno aveva già preso posizione in materia: nel 2016, infatti, un contribuente aveva visto riconoscere le sue ragioni in merito a un debito di circa 1.200 euro di cui 860 maturati a titolo di mora.

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Brindisi: bloccato pignoramento anche senza sconfinamento in tasso usurario

Lo scorso 26 giugno il Tribunale del capoluogo salentino ha emesso un’ordinanza che ha congelato l’esproprio forzoso di un immobile effettuato da un istituto di credito nei confronti di un mutuatario.

Inizialmente il giudice dell’esecuzione aveva riscontrato elementi usurari nel contratto stipulato, procedendo al blocco del pignoramento. L’istituto di credito ha impugnato il provvedimento e chiesto l’intervento del Tribunale di Brindisi in composizione collegiale.

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È stato quindi rilevato che, sebbene il tasso di mora applicato fosse di poco inferiore a quello soglia, bisognava tener conto anche di altre voci di costo. Nello specifico, andavano monitorate tutte quelle inerenti la gestione del rapporto che sarebbero confluite nel computo usurario ex articolo 644 Codice Penale (istruttoria, perizia, commissioni incasso rata).

È stato peraltro ribadito che, se i tassi di mora lievitano, gli interessi non devono essere pagati.

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La redazione

 


 

 

Cartelle esattoriali: come evitare di venirne a conoscenza quando è troppo tardi

Che succede se Agenzia delle Entrate Riscossione viene incaricata di incassare un credito di te, ma tu sei all’oscuro di tutto?

Come abbiamo spiegato in questo articolo, può essere difficile notificare direttamente una cartella esattoriale. Si pongono infatti numerosi problemi pratici, sia nel caso di irreperibilità relativa che in caso di irreperibilità assoluta del destinatario.

“Procedura vincente” (?) non si cambia

Notifica-cartella-AERAER ha ereditato in blocco tutto ciò che riguardava Equitalia, ciò significa applicare le stesse procedura di notifica vigenti in passato. A disciplinare la materia contribuiscono congiuntamente l’articolo 26 comma 4 del Decreto n.602 del 1973 del Presidente della Repubblica, l’articolo 60 del D.P.R. n.600 dello stesso anno e l’articolo 140 del Codice di Procedura Civile.

Uno dei più macroscopici paradossi? Il fatto che otto giorni dopo l’affissione presso l’Albo Comunale dell’avviso di pagamento, si assume che quest’ultimo sia venuto a conoscenza del destinatario.

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A volte basterebbe il buon senso, per notificare una cartella

Tale considerazione di carattere generale vale soprattutto in contesto geograficamente il circoscritti, dove problema si potrebbe risolvere coinvolgendo, ad esempio, i vigili urbani. In comuni di piccole e medie dimensioni, infatti, sono sufficienti pochi passaggi per reperire informazioni su qualunque persona, poiché, sostanzialmente, ci si conosce tutti.

Detto ciò, per evitare di doversi confrontare con cartelle esattoriali “stagionate” lievitate a causa degli interessi, o peggio ancora con misure quali il fermo amministrativo è consigliabile controllare periodicamente le comunicazioni affisse presso l’albo del comune di residenza.

La redazione 

 


 

 

Cartelle esattoriali “tagliate”: i più virtuosi sono i piccoli debitori

Quali effetti sta producendo la rottamazione bis, al netto del modo lusinghiero con cui è stata presentata?

Rottamazione-bis-cartelleI numeri parlano di un provvedimento riuscito a metà, in quanto la gran parte dei crediti riscossi dall’Agenzia delle Entrate provengono dai piccoli debitori. Insomma, viene da dire, i soliti noti restano nell’ombra…ed eludono i propri doveri fiscali.

A fare il punto sulla rottamazione bis è stato nei giorni scorsi il direttore di AER, Ernesto Maria Ruffini. Dati alla mano, le domande sono state circa 1 milione, i contribuenti coinvolti quasi 850mila e le cartelle da estinguere 4 milioni. L’ammontare complessivo è 14 milioni di euro, di cui si stima di recuperarne 9, al netto di aggio e sanzioni.

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Rottamazione bis: in pole position i “pesci piccoli”

Il provvedimento ha comprensibilmente suscitato grande interesse e aspettative da parte dei contribuenti con debiti di modesta entità. Questi, infatti, in genere si accompagnano a entrate magre, perciò “chiudere i conti” con AER rappresenta l’unico modo per tornare a dormire sonni tranquilli. Pagare le cartelle sospese è indispensabile, per scongiurare provvedimenti come l’ipoteca sulla casa o il fermo amministrativo dell’auto.

Ernesto Maria Ruffini ha spiegato che più di metà delle domande (53%) ha riguardato debiti al di sotto dei 1.000 euro. La quasi totalità degli interessati ha già saldato l’importo, o lo sta facendo. Altrettanto virtuosi sono anche quelli che hanno fatto richiesta per cartelle comprese tra 1.000 e 10.000 euro (86%); particolarmente diligenti quelli che hanno importi pendenti tra 10mila e 50mila euro (77%).

La nota dolente riguarda invece i debiti superiori a 100mila euro: in oltre la metà dei casi i contribuenti che hanno chiesto di accedere alla rottamazione bis non hanno neppure iniziato a pagare.

 

Quanti soldi arriveranno nelle casse di AER?

Ernesto Maria Ruffini ha anticipato che la prima tornata di rottamazione potrebbe fruttare quasi 8 miliardi e mezzo di euro, e cioè un miliardo in più di quanto inizialmente stimato.

Sembrerebbe incoraggiante anche il parziale bilancio della seconda tranche. Lo scorso anno infatti AER ha incassato 6 miliardi e mezzo di euro, a fronte dei 5 previsti. Tale, non preventivato, incremento sarebbe stato determinato dal fatto che quasi un quarto dei contribuenti ha scelto di saldare il debito in un’unica soluzione.

La redazione