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Se la Posta Elettronica Certificata non rispetta le regole, il debito è annullabile
11.12.2017 12:52A cosa vi fa pensare la parola notifica?
Probabilmente, per associazione di idee, a concetti quale quello di rapidità. Tuttavia, spesso in passato questo ha rappresentato più un auspicio che non una realtà, anche a causa delle falle riscontrate a uno o più livelli all’interno del servizio postale nazionale. La tecnologia rappresenta quindi– perlomeno teoricamente - una conquista per i cittadini, soprattutto nel caso di comunicazioni in materia fiscale. In tal senso, una svolta potrebbe prodursi, nel giro di qualche anno, tramite l’utilizzo sistematico della PEC (Posta Elettronica Certificata).
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Ogni nuova idea genera ulteriori bisogni
La digitalizzazione ha tuttavia aperto due nuovi ordini di problemi. In primo luogo, la necessità di fornire adeguate informazioni ai cittadini, così da permettere loro di sfruttare appieno i vantaggi connessi alla esemplificazione del processo di comunicazione. Contestualmente, spesso le istituzioni non hanno rispettato integralmente le norme inerenti la Posta Elettronica Certificata, producendo sui destinatari ripercussioni facili da immaginare.
Uno degli aspetti più controversi, è quello relativo al formato dei file allegati. Ieri Equitalia e oggi Agenzia delle Entrate Riscossione hanno infatti utilizzato documenti in pdf, e non in .p7m.
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Cosa cambia, in concreto, per i destinatari di cartelle esattoriali?
Il secondo formato rappresenta una garanzia concreta per il contribuente, in quanto è caratterizzato dall’apposizione della firma digitale da parte dell’ente riscossore. Come viene segnalato l’impiego di file .p7m? Tramite apposita coccardina in corrispondenza della notifica.
Nelle scorse settimane vi avevamo parlato di un’importante pronuncia in materia da parte della Commissione Tributaria Provinciale di Salerno. Questa aveva infatti definito annullabili le cartelle esattoriali notificate tramite PEC attraverso file .pdf.
Qualche giorno fa l’orientamento è stato confermato, dopo che Equitalia aveva agito in giudizio sperando in un “ribaltamento” a suo favore.
La vicenda, che ha visto protagonista una società campana assistita dall’avvocato Vincenzo Sarnicola, si è quindi conclusa con la cancellazione di una serie di cartelle esattoriali il cui ammontare complessivo superava le migliaia di euro.
Perché è importante questa pronuncia?
La sentenza recentemente emessa dalla Commissione Tributaria Regionale di Napoli (sezione di Salerno) è una delle prime nel suo genere in Campania. Peraltro, quasi certamente, produrrà effetti anche sulla definizione dell’indirizzo di posta elettronica certificata da cui Agenzia delle Entrate Riscossione dovrà inviare, da qui in avanti, le comunicazioni fiscali destinate ai contribuenti.
Alle tre società del Gruppo Equitalia S.p.A corrispondevano infatti altrettanti, distinti, indirizzi email. Il “trasloco” di competenze ad AER ha reso necessaria l’individuazione di un unico recapito elettronico in cui far convogliare tutti gli avvisi, sia quelli in uscita che quelli in entrata.
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La redazione
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