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Quando un pezzo di carta ha potere di vita e di morte sulle persone…

Problemi_con_EquitaliaLa mala burocrazia non dà tregua

Spiace dirlo ma, quando si assiste a episodi di gestione della cosa pubblica illogici e insensati, iniziative – tecnicamente - di esemplificazione a vantaggio dei cittadini quali la definizione agevolata finiscono per perdere di importanza.

Oggi vi raccontiamo la storia di Franco, un pensionato che rischiava di finire nei guai per un’eredità che non aveva neanche accettato, e di Massimo Pierantozzi, un padre determinato a difendere i diritti del figlio.

Un fulmine a ciel sereno sotto forma di 30 milioni di euro

San Vito dei Normanni, aprile 2016. Franco, dopo una vita all’insegna del lavoro e dei sacrifici riceve un preavviso di ipoteca per circa 27 milioni di euro. In un attimo, il suo mondo crolla. Non riesce davvero a capire come possa essere successo.

Si rivolge a uno studio di avvocati e, quando Equitalia si costituisce in giudizio, apprende che l’originario titolare del debito era il fratello, dopo la cui morte l’importo si era “trasferito” su di lui

Addirittura l’Agenzia di Riscossione sosteneva di avergli notificato una cartella esattoriale prima, e un’intimazione di pagamento dopo.

Dal canto suo il pensionato sosteneva di non aver mai ricevuto quelle comunicazioni. Quindi, le firme apposte su di esse sarebbero state false

Quando tutto sembra perduto, fa capolino l’atto di rinuncia all’eredità del fratello firmata da Franco. Correva l’anno 2009. La controversia legale si chiude quindi con Equitalia condannata al pagamento delle spese di giudizio.

Quando l’unica colpa è la mancanza di una delega…

Massimo Pierantozzi ha dovuto combattere con una multa addebitata al figlio. Nonostante l’avesse pagata dopo 2 giorni dalla notifica, Equitalia ha continuato ad avanzare pretese creditorie.

L’uomo ha visto opporre meri cavilli burocratici alla sua (legittima) volontà di padre di agire in nome e per conto del figlio, impossibilitato a recarsi fisicamente a difendere le proprie ragioni in quanto impegnato con il lavoro. 

A oggi, allo sportello Equitalia Massimo Pierantozzi ha ricevuto rassicurazioni sul fatto che la vicenda è stata chiarita. Tuttavia, l’unico documento scritto che ha in mano è la comunicazione con cui gli si chiede, nuovamente, di pagare la multa

da redazione



 

Anche se hai pagato il bollo, il finale può essere all’insegna della suspense…

Quando si tratta di Equitalia

Bollo_auto_non_pagato

Pagare non basta, per essere al sicuro da sorprese di sorta. Spesso, purtroppo, i contribuenti si vedono fioccare addosso cartelle esattoriali legate a importi già versati, e così comincia un’infernale tarantella burocratica. 

L’ultimo kafkiano episodio arriva da Fontanafredda (Pordenone). Nel 2015 un 70enne si è ritrovato a essere etichettato come moroso per il bollo auto risalente al 2012; nonostante avesse provveduto a chiarire la sua posizione, a distanza di due anni gli esattori hanno bussato nuovamente alla sua porta.

Nel 2015 il contribuente sapeva di essere in regola con i pagamenti, e dunque si era recato negli uffici locali dell’Agenzia di Riscossione per spiegare la situazione. Presentando la ricevuta del pagamento effettuato si era visto annullare la sanzione. Tuttavia, oggi gli è stata recapitata una cartella esattoriale di circa 350 euro.

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Che succede pagando in ritardo il bollo?

Vai incontro, in questa ipotesi, a sanzioni variabili. Tuttavia, in virtù del cosiddetto ravvedimento operoso, puoi ovviare alla  tua mancanza entro un anno. La maggiorazione da versare oscilla tra l’l’0,1% delle prime due settimane fino al 3,75% (dal 90esimo giorno fino a 12 mesi) passando per l’1,67% (da uno a tre mesi).

 

Fermo, pignoramento e radiazione dal PRA

Trascorso un anno, la sanzione ammonta a un terzo dell’imposta, cui si somma 0,5% per ogni sei mesi di ritardo.

Dopo questo termine la Regione interviene – entro 36 mesi - inoltrando un avviso di pagamento. Si perfeziona così l’iscrizione a ruolo e la palla passa all’Agenzia di Riscossione, che è chiamata a inviare la relativa cartella esattoriale entro due anni.

Se entro 60 giorni non saldi il debito, vai incontro al blocco auto, al pignoramento, o alla radiazione dal PRA.

In caso di fermo amministrativo, non sei tenuto a  pagare il bollo auto, ma non puoi usare il veicolo. Per ricominciare a circolare su strada è necessario aver ottenuto una rateizzazione e certificare il versamento della prima tranche al PRA. Comunque, il blocco sarà cancellato solo dopo aver saldato l’intera pendenza.

Il veicolo viene venduto? Il fermo amministrativo si trasmette al nuovo proprietario.

Per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente, va specificato che se a quest’ultimo è collegato lo stipendio (lavoro dipendente) o la pensione, il provvedimento diventa operativo solo se l’ammontare è superiore al triplo dell’assegno sociale (1344,32 euro). Per i successivi accrediti, invece, il pignoramento può arrivare a un massimo del quinto. 

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La redazione 

 


 

 

Vicino all’amica 80enne nell’ultimo viaggio…e ora Equitalia pretende 60mila euro

Orietta CazzanelloNei giorni scorsi un fatto di cronaca ha portato nuovamente alla ribalta e all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dell’eutanasia e della morte assistita. Oggi una testata locale ligure ha reso nota una vicenda avvenuta alcuni anni fa, che vede intrecciarsi questioni etiche e problemi con Equitalia.

Nel 2014 l’ottantenne vicentina Oriella Cazzanello decide di porre fine alla sua vita andando a morire in una clinica svizzera. Chiede all’amico Angelo Tedde, conosciuto nel corso di una vacanza in Riviera, di accompagnarla. Sebbene l’uomo non sia d’accordo, la asseconda; la donna gli lascia in eredità 600mila euro circa (non ancora incassati) e l’Agenzia di Riscossione gli notifica una cartella da 60mila euro.

Un’esistenza travagliata

Quella di Angelo Tedde. Infatti dopo l’alluvione aveva perso il lavoro di portiere di notte in un albergo di Chiavari. A seguito della morte di Oriella Cazzanello è accusato di istigazione al suicidio, ma viene assolto nell’ottobre  2015 in quanto, scrive il Tribunale di Vicenza, «la donna era nel pieno possesso delle sue facoltà psichiche e nessuno avrebbe potuto influenzare la sua decisione». Detta pronuncia non viene contestata, ma nel frattempo i parenti prossimi della defunta, che non era sposata né aveva figli, impugnano il testamento.

L’uomo non ha comunque ancora incassato l’eredità

Inizialmente questa era stata “congelata” per il procedimento penale aperto, poi gli istituti di credito sono intervenuti contestando il lascito in quanto, secondo loro, designerebbe diversi legatari. A oggi Angelo Tedde avrebbe incassato solo alcune polizze, per un totale di qualche migliaia di euro. «L’accaduto ha portato al mio cliente solo problemi.