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“Castigato” istituto di credito e Banca d’Italia per illegittima segnalazione

Segnalazione in Centrale RischiSi è definito nei giorni scorsi un nuovo capitolo sul tema dell’illecita iscrizione in Centrale Rischi e delle conseguenze per chi la effettua. La Corte di Cassazione si è espressa con la sentenza n.1931 del 25 gennaio, puntualizzando anche l’approccio da assumere nei confronti di un’eventuale richiesta di risarcimento danni.

All’origine di tutto, la vicenda che ha visto coinvolto il titolare di uno studio professionale, contrapposto in giudizio a un istituto di credito con cui aveva avuto rapporti finanziari, e alla Banca d’Italia. In quest’occasione il cittadino aveva chiesto l’eliminazione dei suoi riferimenti dalla Centrale Rischi, trattandosi, a suo dire, di un’azione priva di fondamento. Contestualmente aveva preteso anche il rimborso di danni  e spese.

Il primo e secondo grado di giudizio hanno visto il rigetto delle istanze dell’uomo, adducendo quale motivazione il fatto che la segnalazione in CR era scattata quando non era più riuscito a pagare, o lo aveva fatto parzialmente.

A quel punto la Cassazione ha ribaltato le precedenti pronunce, sottolineando che la segnalazione a sofferenza era avvenuta impropriamente, ovvero senza che venisse precedentemente monitorata la globale condizione dell’utente. Infatti, l’iscrizione ha come presupposto cardine una grave e non passeggera situazione finanziaria. Il trattamento dei dati personali è stato bollato come illegittimo e la Banca d’Italia è stata costretta a cancellare il nominativo dalla Centrale Rischi. Quanto alla richiesta risarcimento però, il richiedente è rimasto a bocca asciutta

 

 

 
 

Hai un debito? Ecco quello che succederà in estate

Equitalia lascia il posto ad Agenzia delle Entrate-Riscossione 

Chiusura_Equitalia

1 luglio. È questa la data a partire dalla quale dovrebbe chiudere i battenti Equitalia per lasciare il posto ad Agenzia delle Entrate – Riscossione. 

Il momento fatidico si avvicina, e sempre più contribuenti si chiedono cosa ne sarà delle somme pendenti a loro carico. Il dubbio sorge inevitabile: gli importi dovranno essere rinnovati, o saranno trasferiti in automatico al nuovo ente?

In queste settimane, intanto, Equitalia si sta portando avanti con il lavoro. Infatti, sta procedendo a inviare ai cittadini avvisi di pagamento, così da “spezzare” il periodo di prescrizione

Contestualmente vengono diramate anche le “comunicazioni dei carichi affidati all’Agenzia della Riscossione nel 2016”. In soldoni, parliamo di informative destinate ad annunciare il successivo arrivo di una cartella esattoriale e la possibilità di beneficiare della definizione agevolata.

Dunque, nei confronti di questi atti preventivi non è possibile procedere al ricorso.

Che ne sarà dei debiti verso Equitalia dopo il 1 luglio?

Tasi, Imu, Tari, bollo auto … il primo articolo del Decreto Fiscale dell’ottobre scorso parla chiaro. A partire da questa scadenza le cause in corso passeranno ad Agenzia delle Entrate – Riscossione

Insomma, il nuovo soggetto «subentra, a titolo universale, nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, delle società del Gruppo Equitalia (…) e assume la qualifica di agente della riscossione (…)».

Probabile, inoltre, che il passaggio di consegne determini una riduzione degli interessi passivi, anche se, attualmente, non è dato sapere a partire da quale data ciò avverrà. Qualcuno ipotizza che il fatidico momento sarà proprio quello in cui Equitalia chiuderà i battenti.

Plausibile immaginare che il trasloco di competenze comporterà un periodo finestra, interlocutorio, e di attesa della ridefinizione organizzativa dell’Ente. Che sia questo limbo a determinare la prescrizione di molti debiti?

La redazione



Hai a che fare con Equitalia? Buonsenso e correttezza possono essere un miraggio…

Errori di EquitaliaMolto rumore per nulla. A distanza di alcuni mesi dal suo annuncio, si staglia sempre più netta la consapevolezza che la definizione agevolata delle cartelle esattoriali  non sarà, in molti casi, la soluzione ai problemi finanziari dei contribuenti. E questo non solo per la mole di imposte da sborsare, ma anche e soprattutto perché l’Agenzia di Riscossione non sembra particolarmente interessata a migliorare efficienza e qualità del servizio, ma unicamente a fare cassa. Non importa come. Da qui derivano episodi di ordinaria mala amministrazione quali quelli raccontati dalla stampa nei giorni scorsi. Il primo si è verificato a Trecenta (Rovigo), dove un 60enne si è visto recapitare un avviso di pagamento per un importo di 165 euro e 45 centesimi. Quattro anni fa, per un errore nella compilazione del  bollettino di una multa, aveva versato 10 centesimi in meno del dovuto, pur onorando il suo debito nei 5 giorni previsti.

Dopo la notifica della cartella esattoriale l’uomo aveva pensato di opporsi alla richiesta facendosi difendere da un avvocato, ma poi la moglie lo aveva convinto a pagare la somma richiesta per chiudere la faccenda. E visto che piove sempre sul bagnato, il contribuente era stato raggiunto da una seconda comunicazione, nella quale si informava che la multa non risultava saldata. A seguito di controlli ad hoc è però emerso che la pendenza era chiusa. Rabbia e senso di impotenza, invece, non saranno facili da smaltire.

Nel frattempo, un pensionato ed ex agente di Polizia Municipale di Prato si è visto notificare un avviso di pagamento indirizzato a un altro, trovandosi comunque costretto a saldarlo. Detta comunicazione non specificava origine e intestatario del debito, così, per saperne di più, l’uomo si è dovuto recare presso la sede locale di Equitalia. Lì ha appreso che l’effettivo destinatario della cartella era un soggetto responsabile di non aver versato il bollo nel 2012 e nel 2013 per un totale di circa 900 euro. Morale della favola, il contribuente toscano dovrà tirare fuori circa 200 euro, per effetto della rottamazione, se vuole chiudere la controversia.