Debito insoluto NON significa in automatico paralisi (anche letterale)
Uno degli spettri peggiori, per il contribuente che non può estinguere le pendenze tributarie fiscali (bollo, multe, Rc Auto, Tari…) è il sequestro/congelamento dei beni. Una misura, questa, che costituisce l’anticamera del blocco della vita, professionale, personale, familiare e relazionale.
Un esempio? Il pignoramento del conto corrente – e contestuale iscrizione nel registro dei cattivi pagatori – impedisce l’utilizzo del denaro, e quindi preclude l’opportunità di far fronte a qualunque spesa individuale, ed anche a investimenti finalizzati ad una crescita lavorativa.
L’esproprio dei beni mobili, inoltre, ostacola considerevolmente la quotidianità, propria e di eventuali familiari e congiunti/conviventi. E le difficoltà si amplificano ed esasperano, in caso di pignoramento di immobili (di residenza).
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Il fermo amministrativo del veicolo, poi, determina un vero e proprio blocco. Ci si sente tagliati fuori, neutralizzati rispetto alla possibilità di contribuire alla risoluzione dei problemi familiari, di frequentare la propria cerchia di amicizie, e di portare avanti i propri impegni lavorativi.
Fortunatamente però, l’iscrizione del fermo amministrativo non comporta necessariamente l’indisponibilità materiale del mezzo. A patto di muoversi tempestivamente.
In genere l’iter relativo all’applicazione delle ganasce fiscale richiede circa un mese, ma può essere bloccato se il contribuente dimostra che il mezzo pignorato è indispensabile all’esercizio della professione, al mantenimento dell’azienda, o allo spostamento di congiunti disabili.
Inoltre, se il contribuente che subisce il fermo documenta di aver venduto il veicolo PRIMA che il provvedimento venisse avviato, non è tenuto a estinguere la pendenza.
Ultimo, ma non meno importante, NON possono essere apposte le ganasce fiscali, se il contribuente ha richiesto, ottenuto la rateizzazione del debito e pagato la prima tranche. Il fermo, però, verrà cancellato solo DOPO il versamento dell’ultima rata.
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La redazione