Se “accidentalmente” ti ritrovi un accredito imprevisto, aspetta prima di esultare. Accertati che quei soldi siano l’eredità di uno sconosciuto zio d’America prima di spenderli. Ti potresti infatti ritrovare nella stessa situazione di un pensionato di Imperia.
Circa un anno fa il 70enne ha visto lievitare il suo conto in banca di circa 45.000 euro. L’uomo aspettava un rimborso dall’estero a seguito dell’incidente di un parente, e così chiedeva conferma dell’operazione. Dopo circa tre settimane arrivava la brutta notizia che smorzava ogni entusiasmo. La somma spettava a un correntista ligure che ha un Iban simile. Nel frattempo però la somma era stata spesa, e così il pensionato si ritrovava iscritto in Centrale Rischi.
«Abbiamo subito fatto ricorso Innanzitutto, perché il mio cliente non aveva aperto alcun finanziamento e poi perché era la banca ad essersi sbagliata». Così Leone, il legale dell’uomo. Dal canto suo la Banca d’Italia ha dichiarato di non poter procedere alla cancellazione del nome dalla blacklist, se la procedura seguita dall’istituto di credito è stata regolare. Come se non bastasse, la richiesta di chiusura del conto non è stata soddisfatta, e anzi sono stati drenati 8.600 euro (arretrati della pensione) per coprire, almeno parzialmente il debito.
«Stiamo seriamente valutando di presentare una denuncia penale. Il mio cliente innanzitutto non è stato avvisato e poi la banca non avrebbe potuto trattenere quei soldi». Prosegue l’avvocato. Il pensionato è fermo nel suo proposito, nonostante inizialmente fosse disponibile anche a farsi trattenere una percentuale di pensione per risolvere il problema.