Non sempre “basta” saldare i propri debiti per dormire sonni tranquilli. A dimostrarlo, l’emblematico caso di un contribuente di Udine. Il malcapitato ha ricevuto ben tre cartelle, trovandosi costretto a versare un importo differente da quello effettivamente dovuto.
Tutto comincia a marzo di due anni fa, quando gli viene addebitata un’ammenda di 500 euro a seguito della violazione di alcune norme in materia edilizia. «L’errore fu da parte di chi effettuò i lavori ma io, in quanto committente, dovetti risponderne, pur non essendo minimamente competente in materia». Tuttavia, quando l’uomo si recò negli uffici di Equitalia per pagare, gli fu detto che la pratica era in fase di elaborazione e che doveva aspettare.
La cartella esattoriale arrivò dopo un anno. Mentre l’uomo si accingeva a saldare l’importo, però, fu raggiunto da un altro avviso, peraltro maggiorato dalle spese processuali (a onor del vero non contemplate in questi casi). «A questo punto pur infastidito dall’ulteriore "gabella" presi atto della situazione e mi rassegnai a pagare, sfruttando però l'ulteriore termine che mi veniva concesso, che spostava la scadenza a dicembre». Si giunge così alla fine dello scorso anno.
Tuttavia, nei giorni scorsi l’uomo si vede recapitare un’altra cartella per un ammontare di 600,45 euro. Decide di rivolgersi a un legale e chiarire la situazione, i “ruoli” si rovesciano e scopre che Equitalia gli deve 200 euro.
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