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Notizie

Come liberarsi (legalmente) delle cartelle se sei in difficoltà

Settembre è tempo di ripartenze. Lavoro, scuola, palestra…

Rottamazione-cartelle…ma soprattutto burocrazia e pagamenti. Bollette, bollo auto, ed i debiti con il Fisco, bloccati da marzo 2020, che si ripresentano all’improvviso. Implacabili e spesso imponenti per mole. Le rassicurazioni/rettifiche di Agenzia delle Entrate Riscossione circa le dilatate tempistiche di invio delle notifiche servono a poco, perché il nodo cruciale, per migliaia di famiglie italiane, è uno solo. L’impossibilità MATERIALE di saldare gli importi “congelati”: la pandemia ha lasciato dietro di sé ferite aperte e pulsanti, più che cicatrici.

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Tuttavia, ci sono due opzioni complementari che permettono ai contribuenti di affrontare la propria situazione debitoria ai fini di una risoluzione definitiva. Si tratta della rateizzazione e del ricorso al principio di tolleranza.

La rateizzazione in breve

È uno strumento, questo, di cui possono usufruire i contribuenti che hanno ricevuto cartelle esattoriali di importo uguale o inferiore a 100mila euro. La richiesta deve essere inviata ad AER entro il 31 dicembre 2021 e, qualora venga accolta, permette di dilazionare il pagamento attraverso un massimo di 72 rate (equivalenti a sei anni).

Il principio di tolleranza

Questo criterio prevede la possibilità di “saltare” fino a 10 rate (anche consecutive), in presenza di particolari condizioni previste dal Fisco. Se però le scadenze di pagamento sono 11 o più, il contribuente perde i diritti connessi al pagamento rateizzato.

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Condono cartelle: AER non ti avvisa se ne puoi usufruire

“Mi hanno detto che il Governo ha deciso di cancellare i debiti sotto 5mila euro

Condono-cartelle-bollo-autoCome faccio a sapere se sono state annullate anche le cartelle esattoriali che mi erano state notificate anni fa?”

Il Decreto Sostegni (Decreto Legge n.41/2021), all’articolo 4 (commi 4-9) ha previsto il condono delle cartelle entro 5mila euro. Il provvedimento è indirizzato alle persone fisiche e giuridiche che nel 2019 hanno dichiarato un reddito imponibile inferiore o uguale a 30mila euro.

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Bollo auto: posso pagare in ritardo? E cosa rischio?

La cancellazione riguarda anche le cartelle emesse a seguito del mancato pagamento del bollo auto, ma in NESSUN CASO verrà notificata ai contribuenti che possono avvalersene. Al contrario, spetta ai singoli effettuare dei controlli online per verificare qual è, attualmente, la loro situazione debitoria.

Nello specifico, è necessario collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ed accedere al servizio dedicato presente al suo interno.

Attenzione, però, perché potrebbe emergere anche un quadro “ibrido”. Vale a dire, che nonostante la cancellazione di 5mila euro dovuti al Fisco, sussista un importo residuo da pagare. In tal caso, il sistema telematico permetterà di stampare contestualmente i relativi bollettini.

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Bollo auto: posso pagare in ritardo? E cosa rischio?

Ritornato dalle vacanze

Scadenza-bollo-auto lo stato di grazia determinato dall’abbronzatura e dagli aperitivi non stop in spiaggia è durato il tempo di vedere, disposti a mo’ di plotone di esecuzione, sulla tua scrivania, i post con tutte le scadenze da ricordare.

Tra tutte, campeggia la frase: bollo auto in scadenza!

A rileggerla, sei caduto dalle nuvole: perché hai preso questo appunto? Sei convinto di ricordare che nei mesi scorsi ci fosse stata l’ennesima proroga del pagamento…

Il ricordo è attendibile, in quanto l’ultimo, in ordine di tempo, congelamento dell’imposta deciso dal Governo è scaduto il 31 agosto.

Siamo già alla prima settimana di settembre, stai ripensando, che succede pagando in ritardo? E soprattutto, posso farlo, o invece rischio già il sequestro della macchina?

Niente paura: hai un mese di tempo. Perciò, se versi il dovuto entro il 30 settembre non subisci alcuna sanzione. Dal 1° ottobre poi, invece, vai incontro ad una maggiorazione definita ravvedimento operoso, direttamente proporzionale al numero di giorni di ritardo.

Entro un ritardo di due settimane, la sanzione ammonta allo 0,01%, dopo tre mesi, invece questa sale al 3,75%.

Il “ricarico” sull’imposta lievita con il passare, ulteriore, del tempo, fino a prevedere, tra le altre cose, il pignoramento ed il fermo amministrativo.

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