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Notizie

Che succede se dimentichi di registrare l’auto al PRA?

Dopo lunghe ricerche paragonabili ad un’odissea, finalmente hai trovato la macchina che fa al caso tuo

Passaggio-proprietà-autoHai scelto l’usato, e fortunatamente sei riuscito a conciliare qualità ed economicità. Niente più attese interminabili dell’autobus sotto la canicola ed il gelo, e soprattutto, niente più assembramenti ad alto tasso…adrenalinico. Inizia una nuova fase della tua vita. ma se vuoi dormire sonni tranquilli, accertati di aver espletato tutte le procedure ed effettuato tutte le comunicazioni richieste PRIMA di metterti su strada.

Infatti, per poter godere del pieno possesso dell’auto e rispondere ANCHE giuridicamente degli oneri che ne conseguono, NON è sufficiente che la compravendita sia formalizzata tramite passaggio di proprietà. Questo documento va poi registrato ENTRO DUE MESI presso la sede del Pubblico Registro Automobilistico territorialmente competente.

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Scaduto questo termine si incorre in una duplice sanzione: ritiro della carta di circolazione e pagamento di una multa per un importo compreso tra 363  e 1.813 euro.

Che succede se effettui la trascrizione dell’atto dopo i 60 giorni previsti? Devi versare non solo l’imposta provinciale di trascrizione (IPT), ma anche gli interessi legali, e una sanzione equivalente ad un terzo dell’imposta locale.

Ultimo ma non meno importante, anche all’ex proprietario del veicolo vengono comminate delle sanzioni, in quanto, sul piano giuridico, essendo ancora lui intestatario, è responsabile sia civilmente che fiscalmente.

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Covid19: quali sono i limiti di pignoramento?

La redazione



 

 


 

Covid19: quali sono i limiti di pignoramento?

La moratoria sui debiti sta per finire, questa volta davvero

Pignoramento-presso-terzi-Covid19Il 1° settembre 2021, infatti, Agenzia delle Entrate Riscossione “scongelerà” le cartelle esattoriali messe in stand by da marzo 2020 (leggi qui), e così ripartiranno le notifiche ai contribuenti indebitati. Contestualmente, la macchina delle procedure esecutive (vale a dire, espropri e pignoramenti) si metterà nuovamente in moto.

Il pignoramento presso terzi è, da sempre, uno dei peggiori incubi di chi ha un debito, in quanto prevede il drenaggio “alla fonte” dell’importo da rimborsare. La trattenuta viene effettuata a monte, il creditore interviene direttamente sull’IBAN dove, ogni mese, atterra il bonifico dello stipendio o della pensione.  Non sempre il contribuente viene informato di questa misura con un preavviso congruo, e quindi non ha il tempo per potersi opporre. Anzi, all’improvviso, rischia di ritrovarsi con il conto corrente alleggerito, a volte anche di molto…

Tuttavia l’ordinamento giuridico offre una sorte di paracadute, in quanto ci sono dei limiti prefissati ENTRO CUI deve avvenire il pignoramento. L’intento è quello di tutelare i diritti del creditore, consentendo al debitore di mantenere condizioni di vita dignitose mentre onora il proprio impegno economico (il rimborso dell’importo pendente).

Il pignoramento NON può eccedere il quinto dell’ammontare (al netto) dello stipendio qualora ci sia più di un creditore.

Inoltre, per garantire il cosiddetto minimo vitale (la somma indispensabile per soddisfare le basilari esigenze di vita), la legge stabilisce che l’importo pignorato NON può superare 1/10 del totale se questo è inferiore o uguale a 2.500 euro, 1/7 se lo stipendio è inferiore o uguale a 5.000 euro, e 1/5 per cifre superiori a 7.000 euro.

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La redazione 

 

 


Cartelle esattoriali: che succede dal 1° settembre?

Prima della campanella a scuola, a suonare sarà il citofono

“C’è posta per te”, sarà la prima frase che sentiremo pronunciare. Si tratterà di raccomandate, nello specifico. Quelle con cui ripartirà la notifica dei debiti verso il Fisco sospesi da un anno, e la cui riscossione è affidata ad Agenzia delle Entrate.

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Il 1° settembre, infatti, scadrà la proroga scattata a marzo 2020 a causa della pandemia di Covid19, e successivamente confermata ad oltranza di decreto in decreto, di presidente del consiglio in presidente del consiglio.

Quattro milioni di cartelle raggiungeranno i contribuenti indebitati entro dicembre 2021. La media sarà quindi di un milione di notifiche al mese, un numero, questo, in netto contrasto con quello circolato mesi fa. Si era infatti parlato di 60 milioni di avvisi, una pioggia, in pratica, che avrebbe sconvolto le notti – e soprattutto le giornate – degli italiani. Il processo di ripartenza della riscossione, invece, sembrerebbe essere improntato, almeno teoricamente, al principio della gradualità.

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