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Notizie
L’amara beffa dei tassi usurari
19.01.2015 11:23Tassi usurai l'amara beffa delle banche
Il conflitto d’interessi c’è e si vede. Si può riassumere così il metodo attraverso cui vengono determinati i tassi soglia, fondamentali per stabilire se la banca a cui abbiamo richiesto un prestito sta praticando dei tassi usurari. Ma andiamo con ordine.
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Il TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio) è il valore medio del tasso d’interesse applicato dagli istituti di credito a gruppi omogenei di operazioni (crediti personali, leasing, mutui).
Partendo da questo, mediante apposita formula, vengono calcolati e pubblicati trimestralmente i relativi tassi soglia, che rappresentano il tetto massimo oltre il quale sussiste usura bancaria.
Disattiva per: ingleseMa chi determina tale formula e come?
A occuparsene è la Banca d’Italia, istituto di diritto pubblico costituito da partecipazioni pubbliche e private.
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Nello specifico, Inps e Inail sono al 5,66%. Banche e assicurazioni private arrivano al 94,33%, e in pole position troviamo i soliti noti: Intesa, MPS, Generali e Unicredit.
Tirando le somme, per determinare e perseguire il reato di usura bancaria è necessario conoscere i relativi tassi soglia, determinati proprio da chi è “candidato” a compiere l’illecito. In parole povere, il classico cane che si morde la coda.
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La redazione
«Grazie a me, i cittadini pagano meno tasse. Ma lo Stato mi commissaria»
15.01.2015 15:58Imu, Tasi, Tari. Le spese con cui gli italiani devono fare i conti sono talmente tante, e non sempre utili, che malumore e scetticismo dei più sono ormai un dato di fatto. Evidenti al punto da risultare, forse, scontati. Tuttavia, non sempre si riesce a passare dalla critica fine a sé stessa all’alternativa concreta, e spesso il sentimento generale si cristallizza nella pura e semplice polemica, nella chiacchiera da bar. Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea, (850 abitanti in provincia di Savona), ha dimostrato invece che trasformare le parole in fatti è possibile … e che fa risparmiare anche un sacco di soldi.
Il primo cittadino del comune ligure è infatti riuscito nell’impresa di non far pagare ai residenti né l’Imu, né la Tasi sulla prima casa, né la Tari potenziando la raccolta differenziata, che è balzata dal 20 al 64%. «Così risparmiamo 30 mila euro all’anno e non abbiamo bisogno di chiedere altri soldi alla gente», spiega Matteo Camiciottoli. E questo ha permesso a Pontinvrea di avere un avanzo di bilancio pari a 45.000 euro su un totale di un milione.
«La prima casa è un bene intoccabile. Tassarla è incostituzionale»
Ma questo non è l’unico fronte che vede impegnato il sindaco. Il Comune prende parte infatti a una causa contro la Presidenza del Consiglio e il Ministero degli Interni che mira a dichiarare incostituzionale la tassazione della prima casa. La prima udienza è prevista per marzo a Genova. Chi vuole partecipare può farlo scrivendo una mail all’indirizzo ripartiamoinsieme@libero.it. «Tutte le adesioni raccolte saranno inviate a Napolitano, Renzi, ai presidenti delle due Camere e a tutti i capigruppo di partito. Non mi aspetto che a Roma ne tengano conto, ma almeno abbiano chiaro che i cittadini, vessati su un bene intoccabile come la propria casa, non possono continuare a essere spremuti a livelli insostenibili».
«Accorpamento? No grazie. Meglio un consorzio di Comuni»
Intanto, a breve farà “visita” a Pontinvrea un commissario prefettizio, chiamato a far rispettare l’obbligo di unione con altri comuni vicini, allo scopo di «associare le funzioni amministrative, dall’anagrafe alla ragioneria». La “fusione” è prevista dal Decreto Delrio, che indicava come termine ultimo per aderire il 30 dicembre scorso. Ma Matteo Camiciottoli non ci sta, e spiega perché: «le unioni consociate smontano poteri e funzioni dei paesi con problemi di gestione, risorse e costi aggiuntivi, come riferito dalla Corte dei Conti in audizione alla Camera. Il progetto viola l’articolo cinque della Costituzione. Essendo inemendabili i primi dodici punti della Carta costituzionale, i nostri legali sono pronti a ricorrere al Tar». D’altra parte, prosegue, il dubbio di molti è che l’accorpamento sia più che altro uno strumento per sottoporre, ancora una volta, il territorio al controllo della politica. Qual è quindi l’alternativa, secondo il sindaco? Consorziarsi «per offrire servizi meno cari, come mense o scuolabus».