Oltre il danno la beffa. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le vittime della crisi economica, strangolate da un sistema che a volte non perdona. Basta pensare a quante persone sono morte negli ultimi anni, lasciando in “eredità” a figli e parenti il difficile compito di “chiudere i conti” in sospeso con le banche.
Per fortuna però, a volte “piccole notizie” dimostrano che mettere in discussione il sistema è possibile oltre che necessario, anche come “risarcimento morale”. E’ il caso dell’inchiesta per sospetta usura aperta dalla Procura di Mantova nei confronti della banca Monte dei Paschi di Siena.
A presentare l’istanza è stato Battista Zanafredi, abitante di Castelbelforte e figlio di Giovanni, direttore del Consorzio Agrario che tra il 1996 e il 2001 aveva sottoscritto due mutui ipotecari, l’ultimo dei quali non era riuscito a estinguere per motivi di salute. Dopo la morte gli erano subentrati due figli, uno dei quali è appunto Battista. E proprio lui ha rilevato che «i versamenti che effettuavo anziché andare a pagare i ratei di mutuo scaduti, venivano imputati dalla banca a pagamento di debiti derivanti dal conto corrente». Intanto nel 2011 Monte dei Paschi ha pignorato l’immobile indicato a garanzia del mutuo e lui, insospettito dalle cospicue somme pretese, si è rivolto a una società di consulenza. Ed è stata questa ad analizzare il rapporto contabile del periodo compreso tra il 2001 e il 2011, rilevando tassi di presunta usura.