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Notizie

Aperto uno sportello antiusura a Salerno

A Mercato S. Severino, in provincia di Salerno, verrà aperto lo Sportello antiusura. L’iniziativa sarà presentata in conferenza stampa il 24 luglio, alle ore 10.00, presso la Sala del Gonfalone del Palazzo Vanvitelliano. Interverranno il Sindaco Giovanni Romano, il Commissario regionale per il coordinamento delle iniziative antiusura della Regione Campania Sen. Franco Malvano, il Presidente Nazionale di SOS Impresa, Luigi Cuomo; il Presidente Provinciale di SOS Impresa, avvocato Tommaso Battaglini e il legale dell’associazione, avvocato Antonio Picarella.
 
La Regione Campania, spiega il sindaco Giovanni Romano ha approvato il progetto presentato dall’Assessorato alle Politiche Sociali in partnership con SOS Impresa Salerno, volto alla realizzazione di servizi di prevenzione dei reati di usura ed estorsione
Si tratta di un progetto ambizioso e impegnativo  teso ad affiancare cittadini e imprese in modo capillare, in un territorio dove usura e racket trovano ogni giorno un terreno ancor più fertile quanto più la crisi economica si radica sul luogo. Questo progetto approvato dalla Regione Campania ci permetterà di aprire uno sportello comunale e un centro di ascolto per avvicinare le istituzioni alle comunità, di andare nelle scuole a confrontarci con i ragazzi e rafforzerà ancor di più la nostra azione di contrasto ai disagi sociali.
L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare il tessuto economico e sociale del territorio sulle problematiche del sovraindebitamento
La consulenza può essere richiesta telefonicamente, contattando il numero verde 800 900 767, oppure recandosi di persona in sede negli orari di apertura. 
Lo sportello, invece, intende occuparsi delle problematiche della gestione del risparmio e dei conti correnti, dell’erogazione di prestiti e mutui, del rientro immediato affidamento, prestiti negati, iscrizione centrale rischi, fallimenti e protesti, informazioni su finanziamenti e condizioni per l’accesso al credito d’impresa al consumo.
 

Pochi prestiti, niente privacy, tanti inganni

Ottenere un prestito è un’impresa

PrestitoRisposte tipiche? “La banca non fa prestiti”. “Diamo finanziamenti solo a chi ha già un conto corrente da noi”. “Serve un garante”. Qualcuno addirittura chiede un po’ di soldi da investire in titoli della banca. 
Risultato: ottenere un prestito è complicatissimo anche se si è un cittadino affidabile e con un lavoro a tempo indeterminato. Due volte su dieci il prestito viene negato. 
Andando alla ricerca delle scorrettezze di banche e finanziarie ecco cosa ne è scaturito: “Non è un Paese che fa credito, lo fa malvolentieri e solo quando non corre rischi e ci può guadagnare molto". 
 
È il quadro che emerge da un' inchiesta di AltroConsumo in 280 tra banche, finanziarie e uffici postali di 9 città lungo lo Stivale dove, nei panni di un cittadino con un lavoro a tempo indeterminato e 1.500 euro di stipendio mensile, ci siamo visti rifiutare 2 volte su 10 il prestito di 10.000 euro (durata 10 anni) che abbiamo chiesto. 
Il 23% di banche e finanziarie interpellate non ha offerto un prestito, il 35% degli operatori dà il prestito se si sottoscrive una polizza da loro venduta, il 63% non consegna il modulo informativo europeo (SECCI) che serve a confrontare le offerte.
Spiega Altroconsumo: “Secondo la nostra inchiesta in 280 filiali, più di una banca (o finanziaria) su tre obbliga il cliente, che vuole un prestito o un mutuo, a comprare anche una polizza che loro stesse vendono: altrimenti niente finanziamento. 
In molti casi sono uscite fuori irregolarità che riguardano il mancato rispetto della privacy, che ha inviato all’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni i primi casi raccolti.
 
Naturalmente, a molti istituti di credito non conviene che i potenziali clienti ne capiscano troppo, denuncia l’associazione, aggiungendo che a questo si accompagna la richiesta di una mole considerevole di dati personali. 
 

C’è poi la questione della polizza 

Se vuoi il prestito, devi comprare la nostra polizza”: in ben in il 35% dei casi gli operatori danno il prestito solo se si sottoscrive una polizza da loro venduta. Ma la legge afferma che se la banca o finanziaria obbliga il cliente a comprare una sua polizza per avere il finanziamento fa una pratica scorretta che può essere denunciata all’Antitrust.
 
Conclude Altroconsumo nell’inchiesta: “I nostri pellegrini del credito hanno anche ricevuto proposte “indecenti”: per facilitare l’istruttoria del prestito è fortemente consigliato stipulare una polizza venduta dalla banca stessa. Un do ut des che ha riguardato il 35% degli ope­ratori. Ovviamente, nei documenti ufficiali questo obbligo non compare, ma nella prati­ca c’è. Ecco dunque l’ulteriore irregolarità denunciata dall’associazione: nessuna banca o finanziaria che ha chiesto una copertura assicurativa obbligatoria per il prestito ha poi consegnato i preventivi di altre due compagnie, come prevede la legge.
 
La redazione
 


 
 

M5S a difesa dei cittadini contro l'usura

Il M5S si sta impegnando a monitorare l'attività del governo in merito all'usura bancaria
La legge 108 del 1996 fissa un tetto massimo ai tassi di interesse oltre al quale si sconfina nell'usura, con conseguenze penali per gli istituti finanziari. Tuttavia, una circolare della Banca d'Italia, dello stesso anno, permetteva alle banche di non considerare nel conto degli interessi la commissione di massimo scoperto (CMS). In questo modo, interessi reali pagati dai clienti superiori al tetto legale, risultavano a norma di legge. Un'usura mascherata!
La giurisprudenza, per mezzo di numerose sentenze della Corte Costituzionale, ha dichiarato la superiorità della legge 108 sulla circolare di Bankitalia, non vincolante per le banche. Nell'aprile 2010 l'Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari) ha presentato alle principali procure, forte delle sentenze, denunce per usura, abuso d'ufficio e favoreggiamento ai danni di Bankitalia.
 
Il 10 giugno 2014, il Pubblico Ministero (PM) di Trani, Dott. Michele Ruggiero, a chiusura delle indagini, ha contestato il reato di usura ad alcune banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e del dirigente del ministero del Tesoro Giuseppe Maresca. 
L'accusa era di aver aggirato la legge antiusura del 1996. Tra i 62 indagati risultano, peraltro, nomi di rilievo quali Anna Maria Tarantola (presidente Rai), Fabrizio Saccomanni (ministro dell'economia del governo Letta), Alessandro Profumo (presidente del consiglio di amministrazione di Mps ed ex ad di Unicredit), Giuseppe Mussari e Francesco Gaetano Caltagirone (ex presidente e vice presidente di Mps). L'accusa fa notare che "per 18 lunghi anni, famiglie ed imprenditori strozzati dagli alti tassi di interesse usurari praticati dalle banche socie di Bankitalia, alla quale viene contestata per la prima volta da un Tribunale della Repubblica la non indipendenza dagli Istituti di credito, non hanno potuto far valere le proprie ragioni in giudizio".
 
Veniamo, così, alla ragione dell'interrogazione al governo presentata dal M5S, prima firma Michele Giarrusso. Il M5S chiede quindi al governo di chiarire alcune questioni di notevole portata, non solo riferite al caso specifico. In particolare si pretende chiarezza riguardo ai pericolosi rapporti tra potere giudiziario e bancario. È bene chiedersi, innanzitutto, se il corso ha secondi fini, tra i quali influenzare magistrati attivi nelle indagini antiusura. Va spiegata poi la strana ospitalità dell'Abi. Il governo, infine, è invitato ad esprimersi su una urgente strategia d'azione per evitare i quotidiani soprusi che le banche infliggono tuttora ai cittadini.
 
L'usura bancaria deve essere stroncata definitivamente, tanto più in una situazione di pesante restrizione del credito causata non solo dalla paura delle banche di non veder restituiti i prestiti, ma anche nella sfiducia dei cittadini, che non investono e non consumano.
 
dal Blog di Beppe Grillo
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