Il 7 febbraio è in programma l'asta per la vendita di alcune proprietà di un imprenditore padovano di Carceri. Ricalcolandogli gli interessi: gli istituti hanno violato il codice civile.
“Abbiamo intrapreso un cammino difficile e tortuoso contro l’anatocismo e i tassi definibili usurai degli istituti di credito ora stiamo raccogliendo i primi consistenti frutti. Stiamo seguendo la vicenda di un imprenditore padovano, il signor Roberto G. di Carceri in provincia di Padova, che dopo essersi ritrovato con alcune proprietà all’asta, lui e la sua famiglia, a causa della morsa usuraria delle banche dove aveva acceso alcuni prestiti assieme a noi denuncia gli istituti di Unicredit, Intesa San Paolo, Equitalia e Banca Atestina di credito cooperativo”. Lo dichiara il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato.
A oggi, dopo le denunce presentate, il gip blocchera l’asta del prossimo 7 febbraio in quanto si riteniene che un imprenditore non può pagare per i vizi del debito pubblico generato dal perverso sistema del signoraggio che produce usura bancaria ed anatocismo.
Sulla scorta dei conteggi si evince che le banche menzionate hanno applicato il sistema di capitalizzazione composta degli interessi violando l’articolo 1283 del codice civile. In virtù di questi fatti inoltre sono stati diffidati i legali e i delegati degli istituti in questione a compiere qualsiasi atto sia lesivo oltremodo del patrimonio dell'imprenditore. Su questi fatti specifici la magistratura si e attivata per aprire un’inchiesta approfondita per evitare che situazioni del genere si reiterino senza freno e ledano interessi imprenditoriali importanti del nostro tessuto produttivo.