Hai problemi con l’Agenzia delle Entrate e si presenta qualcuno che ti promette di risolvere facilmente tutto?
Faresti meglio a diffidare. La truffa, infatti, è dietro l’angolo. Ecco perché, se si presenta qualcuno che ti chiede soldi millantando una collaborazione con uno studio legale, prima dovresti svolgere apposite verifiche. In questi giorni, infatti, un sassarese è stato condannato per aver ingannato un anziano campano a cui si era presentato come esperto in questioni tributarie.
La sentenza della Seconda Corte di Cassazione ha reso definitiva la decisione emessa a novembre del 2017 dalla Corte d’Appello di Napoli. Tutto era cominciato nel 2013, quando il sedicente consulente legale era stato indagato per truffa aggravata dal danno patrimoniale rilevante. A fargli conoscere l’ignaro anziano era stato, per una coincidenza grottesca, il figlio.
Proprio tale dettaglio era stato strumentalizzato dall’imputato nel tentativo di alleggerire le accuse a suo carico. Per tutta risposta la Corte Suprema ha evidenziato che il sedicente collaboratore di studio legale non solo aveva consapevolmente alimentato l’equivoco circa le sue effettive competenze, ma aveva anche promesso un rapido e positivo epilogo.
La cortina di ambiguità era stata rafforzata dalla sigla apposta sugli assegni, un Pmg che doveva significare Procura Ministeriale Giudiziaria, mentre invece faceva riferimento alle iniziali del sedicente esperto.
La Corte di Cassazione ha quindi confermato la condanna, ma spiegato che va rivisto il profilo sanzionatorio a carico dell’imputato.
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La redazione