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Notizie

Luci e ombre delle aste

Un immobile sottoposto a vendita giudiziaria ogni 70 famiglie per un totale di 1.100 in un anno

Asta-giudiziariaÈ questo il pesante bilancio stilato da Astasy e reso noto attraverso il Report Aste. Il dato riguarda la provincia di Caltanissetta. A Enna, il rapporto, nel 2018, è stato di un’asta ogni 90 famiglie (0,22% su base nazionale); ad Agrigento sono state 1.175 (una ogni 103 famiglie).

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Comprare un immobile all’asta: pro e contro

Acquisire una proprietà in tal modo comporta indubbi vantaggi, tra i quali il primo e più macroscopico è il fatto di beneficiare di un risparmio sul prezzo di mercato che oscilla tra il 10 e il 60%. La valutazione preventiva avviene peraltro in condizioni di garanzia, in quanto è obbligatoria la stesura di perizia da parte di uno specialista designato dal Tribunale.

A ciò si aggiunge il fatto che, prima di concludere l’operazione si possono esaminare dettagliatamente le caratteristiche dell’immobile, in quanto tutte le informazioni relative sono disponibili online non solo sul sito del Tribunale, ma anche su altri convenzionati.

L’acquisto di un immobile tramite asta si accompagna spesso al conseguimento di un finanziamento: non solo, infatti, è stata confermata la convenzione tra ABI e i Tribunali, ma anche gli istituti di credito hanno predisposto prodotti specifici.

Ciononostante chi intende partecipare a una vendita giudiziaria deve essere consapevole dell’esistenza di alcuni elementi critici. Tra questi, il fatto che l’aggiudicazione non può essere revocata per alcun motivo, né sono necessarie garanzie rispetto a vizi o mancanza di qualità.

Inoltre, quando l’aggiudicatario paga il prezzo dell’immobile, il giudice dell’esecuzione predispone la cancellazione di ipoteche, pignoramenti e sequestri conservativi prescrittivi. Permangono, invece, diritti parziali come usufrutto o fondi patrimoniali.

L’immobile risulta occupato al momento dell’acquisto? Se esiste un contratto di locazione regolarmente registrato in data precedente all’esproprio, per disporre del bene bisogna aspettare la naturale scadenza.

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Cartelle esattoriali: quando il debito non va (più) pagato

Il Fisco viene spesso visto dai contribuenti come un mostro mitologico

Debiti-AerIl “braccio” dello Stato chiamato a riscuotere le imposte può comportarsi come un’entità che vampirizza le persone, derubandole dai frutti delle loro fatiche in un clima misto di silenzio e arroganza. A seguito della crisi economica del 2008 migliaia di contribuenti in tutta Italia sono stati schiacciati dalla disperazione e, non riuscendo a far fronte alle richieste del Fisco, si sono suicidati.

L’ondata di commozione e indignazione che ne è seguita ha portato, lentamente, ad alcune modifiche nella disciplina dell’attività dell’ente e dei suoi diritti e doveri. Non sempre, però, questo è stato sufficiente a risarcire in parte (anche umanamente) i parenti delle persone suicidate. Tra queste, Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, artigiano edile che nel 2012 si diede fuoco davanti alla Commissione Tributaria di Bologna.

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“Dopo che perdi un caro in queste condizioni, al dolore si somma l’angoscia”

La donna ereditò il debito del marito, 60mila euro iniziali lievitati fino a 200mila in tre anni a causa di mora e sanzioni. Dopo aver vinto in primo grado la causa contro lo Stato, Tiziana Marrone ha visto rovesciare la situazione in appello e ora è in attesa del responso della Cassazione.

“È giusto che lo Stato riscuota i suoi crediti, ma dovrebbe farlo tenendo conto delle specifiche e delicate situazioni in cui versano molti contribuenti costretti a barcamenarsi tra stipendi ridotti, spese vive e costi inattesi. All’epoca anche il direttore di Equitalia Befera aveva promesso di intervenire per risolvere la mia situazione, ma il tutto si è concluso con un nulla di fatto”.

Problemi con il recapito della cartella esattoriale? Puoi fare ricorso

In anni più recenti, fortunatamente, i casi a lieto fine per il contribuente si sono diffusi da un capo all’altro d’Italia. L’ultimo in ordine di tempo arriva da Pescara, dove un imprenditore è risultato vittorioso in una causa che lo vedeva contrapposto ad Agenzia delle Entrate Riscossione. L’uomo ha visto così decadere l’intimazione di pagamento relativa a un importo di circa 150mila euro, grazie al richiamo all’iter di notifica ex articolo Codice Procedura Civile.

Come in un sogno: anno nuovo…debiti cancellati con un colpo di spugna

Nei giorni scorsi i media hanno reso nota la storia di un pensionato 86enne di Olbia che sembra uscita da un film. A fine 2018 all’uomo viene notificato un pignoramento sulla pensione che dovrebbe coprire un debito di più di 15mila euro con l’allora Equitalia.

All’inizio del 2019 il pensionato si reca presso gli uffici di AER di Olbia e scopre che, a seguito dell’emanazione del Decreto Legge n.119 del 23 ottobre 2018, il debito iniziale di 20mila euro si è sgonfiato fino ad arrivare a circa 7mila. Inoltre, qualora dovesse decidere di aderire alla rottamazione ter, la pendenza si assottiglierebbe ulteriormente arrivando a circa 4mila euro. In totale, dunque, risparmierebbe circa 18mila euro.

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Come funziona la rottamazione auto?

Stai pensando di dire addio alla tua macchina, magari per comprarne un’altra?

C’è un iter ben preciso da seguire per evitare il ripresentarsi di “fantasmi dal passato”…e di guai fiscali.

Rottamare-autoTanto per cominciare, devi consegnare il mezzo a un centro di raccolta autorizzato o al concessionario/succursale del marchio produttore, qualora tu abbia intenzione di acquistare, successivamente, un’altra auto. In quest’ultimo caso, ad esempio, puoi beneficiare di incentivi ad hoc.

Chi ha preso in carico il veicolo entro un mese deve procedere alla cancellazione dello stesso dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) inoltrando il modulo di cessazione della circolazione pr demolizione. Qualora l’auto sia gravata da un fermo amministrativo, è necessario rimuovere questo vincolo, prima di qualunque altro passaggio.

Dunque, per evitare spiacevoli sorprese, se si decide di rottamare il mezzo, è consigliabile farsi rilasciare preventivamente una visura PRA, così da verificare l’esistenza di eventuali vincoli.

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Come predisporre la rottamazione?

È necessario consegnare al centro di raccolta autorizzato o alla filiale dell’azienda produttrice contestualmente al mezzo anche le targhe, il libretto di circolazione e il certificato di proprietà. Se uno o più di questi documenti sono stati persi o non sono leggibili bisogna presentare la denuncia inoltrata a Polizia o Carabinieri.

Quanto costa rottamare un’auto?

L’importo da pagare comprende il trasporto del mezzo presso il luogo in cui avverrà la distruzione (7/10), le spese relative alla rottamazione, lo smaltimento dei rottami, il bollo (32 euro che diventano 48 con il modello NP3C) e il compenso di ACI (13,50 euro) .

Quando il veicolo viene condotto al centro di raccolta, questo deve emettere il certificato di rottamazione. Il documento deve riportare una serie di dati relativi al proprietario, all’auto, e al luogo stesso di rottamazione.

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