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Notizie

Cartelle esattoriali: possibile beneficiare del saldo e stralcio fino a un milione di euro?

La potenziale platea dei beneficiari della pace fiscale è in costante espansione

Il Governo, infatti, sembrerebbe aver realizzato che è molto lontano l’obiettivo dei mille miliardi da incassare. Così sarebbe allo studio l’ipotesi di portare a un milione di euro l’importo massimo di debiti sanabili attraverso il saldo e stralcio.

Quasi certamente la pace fiscale verrà introdotta mediante apposito decreto collegato alla Legge di Bilancio. Sullo stesso “binario” viaggerebbe anche la voluntary disclosure.

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Chiudere i conti pagando in base all’ammontare dei debiti…e del reddito

Ad oggi non si hanno informazioni definitive e ufficiali in merito alle aliquote che saranno applicate ai beneficiari della pace fiscale. Tuttavia la proposta del consigliere economico leghista Armando Siri si articola in tre scaglioni: 6, 10 e 25%.

Il saldo e stralcio interesserà, presumibilmente, numerose categorie di debiti, tra cui cartelle esattoriali e multe. Escluse invece l’IVA e i contributi previdenziali.

Pace fiscale, ma non solo

Al fine di massimizzare la cifra recuperata, il Governo avrebbe intenzione di introdurre simultaneamente anche altri provvedimenti, tra cui il ravvedimento operoso. Questo consiste nella possibilità di sanare eventuali irregolarità fiscali (omessi o insufficienti pagamenti) usufruendo di uno sconto dell’ammontare da versare; la materia è disciplinata dall’articolo 13 del Decreto Legislativo n.472 del 1997.

Il Governo potrebbe dare ai contribuenti l’opportunità di beneficiare del ravvedimento operoso pagando il 15% delle imposte dirette dovute.

I contenziosi con il Fisco, invece, presumibilmente potranno essere chiusi versando una somma compresa tra il 20 e il 50% dell’ammontare iniziale. Lo sconto, quindi, sarebbe considerevole, e proporzionato al grado di giudizio coinvolto (commissione tributaria provinciale, regionale).

Secondo indiscrezioni tali misure verranno riproposte a cadenza annuale, nell’ottica di trovare le risorse necessarie a finanziare altri interventi, quali il risarcimento dei risparmiatori vittima del crack delle banche.

Inoltre, la Lega mira a introdurre nuovamente la voluntary disclosure, finalizzata “all’emersione” dei capitali depositati all’estero o in cassette di sicurezza. Permangono però dubbi sull’aliquota da applicare: in precedenza si era optato per il 15 e 35%.

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 Vai via dall’Italia? I debiti ti seguono

La redazione

 


 

 

Vai via dall’Italia? I debiti ti seguono

Trasferirsi all’estero non mette al riparo dai creditori

Questi infatti hanno facoltà di azione anche sui beni detenuti dal debitore in altri Paesi, qualora in Italia risulti nullatenente, o comunque proprietario di valori non sufficienti a coprire la pendenza.

Il primo passaggio che i creditori devono compiere è chiedere l’esecutorietà del titolo giuridico che certifichi l’esistenza del credito nel Paese in cui il debitore si è trasferito.

Con il termine esecutorietà ci si riferisce alla caratteristica di alcuni atti amministrativi e giudiziari di vedere immediatamente applicato il loro contenuto.

Scatta così l’ingiunzione di pagamento europeo, su cui deve pronunciarsi il giudice del Paese di residenza del debitore.

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In quali materie è ammesso il decreto ingiuntivo europeo?

L’atto riguarda i debiti di carattere amministrativo; sono invece esclusi quelli di natura fiscale e doganale, l’imposta sui redditi, le addizionali, l’IRPEF e l’IVA.

L’ingiunzione viene notificata per via consolare senza bisogno di traduzione. Trascorsi 30 giorni dalla consegna dell’atto, se l’importo pendente non viene saldato, si procede al pignoramento, che è regolamentato dalle leggi del Paese di residenza.

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Cartelle esattoriali: previsto slittamento delle rate in scadenza per alcuni contribuenti

La redazione

 



 

Cartelle esattoriali: previsto slittamento delle rate in scadenza per alcuni contribuenti

Il Decreto Milleproroghe è in fase di approvazione, e potrebbe portare con sé interessanti novità

C’è infatti una categoria di contribuenti che presumibilmente beneficerà della proroga dei termini di pagamento delle rate della rottamazione in scadenza a settembre, ottobre e novembre.

Il provvedimento è inserito in uno degli emendamenti al cosiddetto Decreto Milleproroghe (n.91 del 25 luglio 2018), che ha incassato il voto di fiducia alla Camera lo scorso 13 settembre. Il prossimo step è l’esame da parte del Senato, cui seguirà la conversione in legge prevista per il 25 settembre.

Ad oggi non si sa ancora se se l’emendamento è stato accolto, e quindi bisogna attendere la pubblicazione del testo passato in Commissione.

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Quali sarebbero le nuove scadenze e chi interesserebbero?

La rottamazione delle cartelle esattoriali varata dal Governo Renzi – Gentiloni ha riguardato tre categorie di cartelle:

- quelle emesse tra gennaio e settembre 2017;

- i carichi affidati tra il 2000 e il 2016:

- le cartelle precedentemente escluse in quanto esisteva un piano di rateazione attivo al 24 ottobre 2016, a cui non corrispondevano pagamenti regolari.

L’emendamento al Decreto Milleproroghe prevede lo spostamento al 7 dicembre del termine ultimo per il pagamento delle rate in scadenza il 1 ottobre, il 31 ottobre e il 30 novembre. A usufruirne però sarebbero solo i contribuenti con carichi affidati tra il 1 gennaio e il 30 settembre 2017.

La rata in scadenza il 28 febbraio 2019, invece, slitterebbe a maggio dello stesso anno.

La redazione

 



 
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