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Livorno: il “doppio fondo” creato per sfuggire al Fisco

Trust è una parola inglese che letteralmente significa fiducia

TrustIn pratica, però, costituisce l’ennesimo esempio di come, “fatta la legge”, in breve tempo venga escogitato il modo per aggirarla, o comunque strumentalizzarla.

A Livorno un’imprenditrice 80enne operante nel settore della pasticceria è stata accusata di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il tentativo di evadere il Fisco le è costato la confisca di 6 immobili, nonché di una somma di denaro e di alcune quote societarie.

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Un’ispezione da 700mila euro

A tanto ammontava il debito della donna, che aveva ricevuto un avviso di accertamento per alcune cartelle non pagate.

Cosa avrebbe quindi fatto l’imprenditrice pasticcera, per evitare di pagare 1 milione di euro? Avrebbe costituito un trust facendo confluire al suo interno svariate proprietà.

Il trust, strumento giuridico nato nei Paesi anglosassoni e ormai incorporato anche nel nostro sistema, è un fondo a cui un soggetto (settlor) può trasferire i suoi beni, in parte o integralmente, per farli gestire da un individuo (trustee) o da una società (trust company).

Il fondo viene creato per differenziare due patrimoni, e destinare i beni sottoposti al trustee al raggiungimento di specifici obiettivi. Detto istituto attinge al principio di separazione delle proprietà che connota la Common Law.

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Un “ombrello” per proteggersi dal Fisco

Si può definire così il trust creato per occultare alcuni appartamenti, quote sociali e un villino con due autorimesse. Per sé la 80enne aveva mantenuto unicamente la proprietà di un fondo commerciale inutilizzato dal valore di 60mila euro, a fronte degli oltre 550mila strategicamente schermati.

Le indagini condotte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno messo in luce che la costituzione del trust era stata un’operazione meramente formale. Infatti, in concreto la 80enne continuava a controllare direttamente i beni al suo interno.

La redazione 

 



 

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Trasgressioni punite a caro prezzo e rimborsi fantasma

Guardia-di-Finanza-NapoliSi può riassumere così il rapporto tra i contribuenti e Fisco. Lo stereotipo del cittadino salassato dall’agente di riscossione è infatti spesso alimentato da episodi reali ai limiti del paradossale.

D’altra parte “la mamma dei furbi è sempre incinta”, e così, quando invece il Fisco riconosce ai creditori ciò che spetta loro, capita che siano questi a tentare di svicolare dai propri doveri.

Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia Economico e Finanziaria della GdF di Napoli ha ottenuto il sequestro di immobili e terreni per un totale di circa 2 milioni di euro nei confronti di una società di Casavatore operante nel settore della rubinetteria.

Un’azienda di origine campana con “ramificazioni” anche al Nord

Le proprietà confiscate si trovano nei comuni toscani di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Piombino. L’inchiesta, intrapresa dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, è scaturita dall’omesso inserimento da parte dell’azienda dell’importo di circa 7 milioni di euro nella dichiarazione d’imposta del 2014.

Un ammontare, questo, erogato dall’ex Equitalia a titolo di risarcimento, e inerente l’imposta di registro derivante dalla vendita di una parte della società.

Disattiva per: inglese

 

I controlli incrociati dell’Agenzia delle Entrate

Secondo i calcoli della Guardia di Finanza la somma evasa ammonterebbe a 1,7 milioni di euro. All’origine dei fatti, un contenzioso con l’ex Equitalia; a dispetto della sconfitta in primo grado, l’azienda di rubinetteria aveva integralmente decurtato dal  reddito imponibile l’imposta di registro dovuta a seguito della cessione.

Il secondo grado di giudizio aveva invece riconosciuto le ragioni della società, che si era quindi vista accordare il rimborso.

La redazione

 


 

 

Anziani rischiano di perdere la casa per troppa generosità. Li salva la legge sul sovra indebitamento

I legami familiari portano con sé gioie, ma implicano spesso anche un carico supplementare di oneri

Coppia-anziani-pignoramento-BresciaA molti infatti, sarà capitato di aver sostenuto (o sostituito) economicamente figli, nipoti o fratelli che, per vari motivi, non potevano farsi carico direttamente di un ulteriore impegno materiale.

Quando si è coinvolti affettivamente, spesso è difficile dire “no”, anche se si porta già sulle spalle un fardello economico non trascurabile. Tuttavia, l’arrendevolezza, anche se è a fin di bene, può avere ricadute negative, peggiorando l’iniziale situazione debitoria. Ne sanno qualcosa Elio ed Elisabetta, coppia 70enne residente a Brescia che è stata a un passo dal perdere la casa. A salvarli, quando ormai ogni speranza era persa, è stata la legge salva-suicidi.

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 Sentirsi responsabili, a volte, può costare caro…

Elio ed Elisabetta avevano dato fondo a tutte le risorse (fisiche e materiali) di cui disponevano, nel tentativo di aiutare parenti impossibilitati a far fronte ad alcuni debiti. I due, dovendo rispondere di un importo da capogiro (circa 500mila euro pretesi da Agenzia delle Entrate Riscossione e da una banca), non solo erano stati costretti a ipotecare la casa in cui vivevano, ma avevano anche ripreso a lavorare. Ciò non era stato comunque sufficiente a ripianare i conti.

 

Come scongiurare un pignoramento che sembra inevitabile?

A marzo scorso la banca decide di procedere al recupero forzoso del credito vantato (150mila euro circa), e quindi avvia il pignoramento dell’immobile, fissando la vendita al 24 maggio. Dal canto suo l’avvocato difensore di Elio ed Elisabetta si oppone in forza della legge 3 del 2012 inerente il sovra indebitamento; il giudice accoglie l’istanza e blocca l’asta.

La coppia, quindi, non dovrà abbandonare la casa in cui vive, ma sarà tenuta, entro 4 anni, a liquidare la stessa al prezzo di mercato per pagare, con la cifra incassata, i creditori. Qualora poi il debito originario risultasse superiore, la differenza verrebbe cancellata. Così, applicando il principio fondante della legge salva-suicidi, secondo cui i cittadini hanno il diritto di far fronte alle proprie pendenze in base alle effettive disponibilità materiali, Elio ed Elisabetta potranno voltare pagina e ricominciare a vivere.

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La redazione

 


 
 
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