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Notizie

Difesi da un “diversamente avvocato” hanno perso la casa e i soldi

Qual è il peggior incubo di chi è invischiato in controversie legali e ha conti in sospeso con il Fisco?

Falso-avvocato-Treviso

Quasi certamente l’eventualità di subire oltre al danno, la beffa.

Vale a dire, pagare per ricevere assistenza qualificata, nella speranza che vengano riconosciute le proprie ragioni, per poi realizzare che la situazione non è solo diventata ancora più intricata, ma che addirittura si è compromessa irrimediabilmente.

Si può riassumere così quanto accaduto a Treviso e Pordenone dove, nel periodo compreso tra il 2011 e il 2015, alcune persone si sono rivolte a Gualtiero Pigozzi, sedicente avvocato, in cerca di giustizia, salvo poi restare “a bocca asciutta”.

Come difendersi dai truffatori che vi promettono di fare causa alle banche? 

Il Robin Hood “al contrario” del Nordest

Una coppia di Oderzo ha perso la casa in cui viveva, mentre un uomo di Portogruaro non ha più riavuto indietro la sostanziosa documentazione relativa a una controversia di diritto familiare che lo aveva coinvolto. In entrambe i casi Gualtiero Pigozzi aveva chiesto di essere pagato ancor prima di prestare assistenza. Dai primi aveva preteso seimila euro, mentre nel secondo circa 2mila a titolo di acconto.

Quando si dice “giocare con le parole”...

L’azione legale recentemente intrapresa dalla coppia trevigiana ha portato all’imputazione di truffa ed esercizio abusivo dell’avvocatura nei confronti di Gualtiero Pigozzi.

Accuse sostanzialmente analoghe erano emerse nel 2015, quando a puntare il dito contro la capacità di suggestione del sedicente avvocato era stato un uomo di Portogruaro. Quest’ultimo, dopo essersi rivolto Gualtiero Pigozzi facendo affidamento su conoscenze comuni, lo aveva visto letteralmente svanire insieme ai suoi faldoni pieni di documenti.

Il danno provocato alla coppia di Oderzo è stato ancora più grave e profondo. I due si erano rivolti a lui sperando che l’allora Equitalia e la banca avrebbero concesso una proroga, permettendoli di saldare le rate del mutuo pendenti.

Purtroppo però la vicenda si era conclusa in ben altro modo: Gualtiero Pigozzi non aveva né le competenze né l’esperienza necessarie a difendere le loro ragioni, e quindi la casa era finita all’asta.

A metà tra l’incredibile e lo sconcertante è la motivazione con cui Gualtiero Pigozzi ha tentato di difendersi. A suo dire, infatti, non avrebbe mai dichiarato esplicitamente e inequivocabilmente di essere avvocato, sebbene le informazioni contenute nel suo profilo Linkedin lo hanno smentito. L’uomo ha precisato di essersi invece presentato come intermediario titolare di collaborazioni con numerosi studi legali.

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La redazione

 


 
 

Il mutuo era stato pagato, eppure una famiglia è finita in strada

Comprare casa tramite cooperativa significa, in linea di massima, coniugare la stabilità con il risparmio

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Tale procedura consente infatti di bypassare tutta una serie di fasi intermedie, evitando di avvalersi di alcune figure tipiche del mercato immobiliare. Concretizzazione emblematica del detto: “dal produttore al consumatore”.

Un ruolo cruciale, dunque, viene esercitato dalla cosiddetta cooperativa edilizia di abitazione, ma se questa non opera con serietà e trasparenza, i soci possono pagarne le conseguenze anche a distanza di anni. Così, ci si può ritrovare senza casa pur avendo sempre agito correttamente.

Loredana e suo marito Sandro vivono a Roma. Negli anni Novanta avevano prenotato una casa aderendo a una cooperativa della borgata Ottavia. Il prezzo concordato era di circa 110mila euro e, sebbene sia stato integralmente pagato, a un certo punto la banca erogatrice del mutuo si è palesata “battendo cassa”.

Prendi i soldi…e fai finta di niente

Non è difficile immaginare come sono andate le cose. La cooperativa ha infatti tenuto per sé l’importo, privando il marito di Loredana, ingiustamente tacciato di morosità, dello status di socio,.

Interpellato sul punto, il Tribunale di Roma ha riconosciuto le ragioni della coppia, le ha assegnato la proprietà dell’immobile, e ha condannato la cooperativa alla restituzione di circa 100mila euro.

Successivamente sia la Corte d’Appello che la Cassazione hanno ribadito tale pronuncia, però nel frattempo  non solo la banca ha intrapreso l’esproprio forzoso, ma si è rivolta anche ad una società ad hoc.

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Come rileva il difensore della coppia, la vicenda è stata “viziata” dal fatto che il pignoramento è intervenuto prima che si arrivasse a una sentenza definitiva. Scenario questo, che contrasta con i dettami di legge.

Loredana e Sandro hanno presentato una nuova opposizione, che però verrà discussa a maggio. Intanto sono stati costretti ad abbandonare in tutta fretta la casa, subendo, insieme al figlio di 10 anni, i contraccolpi (psicologici e fisici) della decisione.

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Come scongiurare – o quantomeno minimizzare – i rischi di trovarsi dopo anni di rate pagate con un pugno di mosche in mano? In primo luogo bisogna verificare che la cooperativa edilizia di abitazione contattata sia presente nel relativo Albo.

Contestualmente è bene effettuare dei controlli incrociati sull’esito delle attività precedentemente portate a termine o interrotte dalla cooperativa.

La redazione 

 


 
 

Apre a Roma uno sportello Anti-Usura gratuito

Lotta all'Usura a Roma

Federconsumatori e Ambulatorio Antiusura onlus, nell'ambito di una più ampia collaborazione per sensibilizzare all'uso responsabile del denaro e prevenire il sovraindebitamento e l'usura, inaugurano a Roma il primo di una rete di sportelli di ascolto "Sdebitiamoci" che offrirà gratuitamente consulenza legale.
 
Gli sportelli sono pensati per venire incontro ad una esigenza sempre più diffusa di sostegno, assistenza e informazione della cittadinanza circa le problematiche del sovraindebitamento e dell'usura.
Lo sportello di Roma, aperto dal 29 aprile, offrirà gratuitamente consulenza legale a persone sovraindebitate o vittime di usura e riceverà su appuntamento. 
 

L'intento dello sportello anti-usura

È quello di mettere a disposizione dei cittadini professionisti specializzati per individuare percorsi di risoluzione personalizzati volti a riorganizzare il bilancio familiare, ristrutturare il debito e prevenire, ove possibile, lo sbocco in circuiti criminosi usurari.
 
 La redazione 
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