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Notizie

Cartelle esattoriali: nell'uovo di Pasqua una nuova proroga?

Non è mai troppo tardi per un ripescaggio

Proroga-cartelle-esattoriali-2022Ovvero, la speranza di un riscatto, per i contribuenti indebitati, è (o meglio, dovrebbe essere) l’ultima a morire. È questo che dimostrano le periodiche proroghe/riaperture dei termini e finestre di rateizzazione varate da Agenzia delle Entrate Riscossione a seguito di provvedimenti di legge ad hoc varati dal Governo.

Ma andiamo con ordine. Il 17 febbraio 2022 la Commissione Bilancio della Camera ha cominciato a discutere una serie di emendamenti al Decreto Milleproroghe 2022. Alcuni di questi riguardano le cartelle esattoriali rimaste in stand-by, in parte o in toto, a seguito dell’esplosione della pandemia di Covid19. Potrebbe dunque concretizzarsi la possibilità di una nuova tornata di rateizzazioni delle cartelle esattoriali entro il 30 aprile 2022.

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Cosa implica, in concreto accedere alla rateizzazione, e quali vantaggi porta con se? Molti i contribuenti non sono riusciti a onorare le scadenze previste dalle precedenti rateizzazioni, ed almeno altrettanti quelli che, “semplicemente” sono stati esclusi dal blocco delle attività di riscossione a partire dall’8 marzo 2020. Sono loro a costituire la platea di beneficiari dell’emendamento discusso e approvato dalla Commissione Bilancio del Parlamento.

 Per esultare, però, devono aspettare la pubblicazione del Decreto Milleproroghe 2022 in Gazzetta Ufficiale: sarà solo questo passaggio, infatti, a sigillare l’entrata in vigore del provvedimento di estensione della finestra temporale al 30 aprile 2022.

La redazione 



 


Matrimonio: che succede se uno dei due è indebitato?

L’unione, anche burocratica, di una coppia, può essere un’arma a doppio taglio

Tutti abbiamo fatto esperienza, nella vita, dell’mpatto che le questioni economiche possono avere sui rapporti. Distruggendo o incrinando pesantemente anche quelli più soldi, quando c’è in ballo un’eredità…o un debito da ripianare.

Cosa bisogna aspettarsi, quindi, se il proprio coniuge non ha pagato una o più cartelle esattoriale? Chi ne fa – letteralmente - le spese?

L’elemento discriminante è rappresentato dalla situazione patrimoniale che caratterizza il matrimonio. Marito e moglie hanno optato per la comunione o per la divisione dei beni?

Se i coniugi hanno deciso di condividere in toto non solo la vita ma anche le proprietà mobili e immobili, in caso di debiti verso Agenzia delle Entrate Riscossione, è consentito il pignoramento fino al 50% del valore economico della comunione dei beni. Anche se uno o più di questi sono intestati solo a marito o moglie.

Merita di essere ricordato, a tal proposito, che la comunione dei beni “scatta” a partire dal giorno del matrimonio e riguarda tutto ciò che sarà acquisito in data successiva, salvo alcune eccezioni (pensione, beni strumentali all’esercizio della propria professione, e donazione/eredità ed eventuali ricavi seguiti alla vendita di oggetti ereditati).

Se, invece, la coppia ha preferito il regime di divisione delle proprietà, il Fisco potrà rivalersi al massimo sul 50% dei beni intestati a entrambi i coniugi.

La redazione 

 

 



 


Contribuenti e Fisco: giro di vite sui controlli per evasione?

Nel futuro prossimo i contribuenti potrebbero trovarsi sotto il fuoco incrociato di Agenzia delle Entrate Riscossione e della Guardia di Finanza

Il tutto con il beneplacito del Garante della Privacy, che ha recentemente dato il via libera allo schema di decreto del Mef (Ministero dell’Economia e Finanza) finalizzato a descrivere procedura di utilizzo combinato delle informazioni presenti negli archivi dei due organismi. I dati in questione sarebbero quelli fiscali e creditizi.

È evidente che intervenire in tale ambito equivale a muoversi su un terreno infarcito di mine antiuomo, con il rischio altissimo - e quindi più che palpabile - di colpire pesantemente alcuni contribuenti, violandone il diritto alla riservatezza.

Qualora lo schema di decreto ricevesse il via libero definitivo, Agenzia delle Entrate Riscossione darà vita, previo algoritmo, a due distinti database. Il primo, finalizzato ad operazioni di analisi e verifica, evidenzierà quali sono i contribuenti che, in base ai criteri impostati tramite software, potrebbero rendersi responsabili di evasione fiscale.

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Il secondo archivio elettrico avrebbe invece carattere di controllo, e sarebbe costituito dalle posizioni dei contribuenti che presentano uno o più rischi fiscali. Nei confronti dei quali, verrebbe sollecitato l’adempimento spontaneo. Questa database sarebbe piuttosto longevo: resterebbe infatti “in vita” per dieci anni.

E l’unica “consolazione” di cui dispongono i contribuenti, rispetto al paventato scenario, è affidata ad una parola che è tutto un programma: pseudonomizzazione. Praticamente un’artificiosa procedura paragonabile alla montagna che partorisce il topolino, in quanto prevede la sostituzione di informazioni personali come il nome ed il cognome, con dati altrettanto...personali (ad esempio codici identificativi) attraverso cui è possibile risalire ai primi.

La redazione 

 

 



 


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