Versamenti in contanti?
Dobbiamo distinguere due categorie di correntisti: Gli imprenditori e i privati.
I primi hanno degli obblighi e devono attuare delle "prudenze" che non riguardano i secondi.
È una questione di legge, ma anche di buonsenso.
Mentre la movimentazione del denaro attraverso il circuito bancario è controllabile e rintracciabile, la destinazione del contante eventualmente prelevato non è tracciabile, per la natura stessa del denaro: da sempre vale il vecchio detto latino 'pecunia non olet', (letteralmente 'il denaro non ha odore') che fuor di metafora significa non lascia traccia.
Siccome non è un reato essere ricchi, un singolo privato può prelevare il contante che desidera (salvi i limiti stabiliti dalle singole banche e dalle tipologie dei conti correnti) e spenderlo o distribuirlo come meglio crede.
L'imprenditore invece è tenuto a registrare tutte le movimentazioni che fa, documentandole con precise fatture, ricevute e/o giustificativi. che deve registrare, conservare (per un certo numero di anni), inserire nelle sue dichiarazioni fiscali e riassumere nei suoi bilanci che deve depositare.
È evidente che anche un imprenditore ha necessità di usare del denaro contante: per pagare qualche caffè, per fare delle piccole spese di cancelleria, per tutta una serie di operazioni che la stessa Agenzia delle Entrate prevede e autorizza, lasciando un margine di spese non giustificate.
Ma quando un imprenditore preleva o versa una somma in contanti importante (con il limite che non troppi anni fa è stato abbassato a mille euro per prelievo e a cinquemila per giornata) sa che poi deve tenere memoria (attraverso la documentazione fiscale dell'utilizzo).
Lo stesso imprenditore come persona privata può invece versare e prelevare dal suo conto personale (ben separato da quello aziendale, anche se aperto presso la stessa Banca e la stessa filiale) e utilizzarlo senza necessità di alcun giustificativo.
Se l'Agenzia delle Entrate volesse fare dei controlli a qualsiasi scopo su prelievi o versamenti sui conti personali - anche degli imprenditori - deve essa produrre documentazione che dimostri un uso fraudolento o illecito di questo denaro.
Al contrario se un privato versa del danaro sul conto corrente di un'azienda, l'azienda deve dimostrare che il versamento è dovuto (magari anche semplicemente a titolo di prestito) attraverso le sue scritture contabili. Non ci fosse questa documentazione anche il privato potrebbe avere dei problemi.
Tener presente che comunque anche il privato può essere chiamato a dimostrare l'origine del suo danaro.
Insomma: dove c'è lavoro deve esserci documentazione precisa e inconfutabile, dove c'è divertimento è lo Stato che deve eventualmente dimostrare le irregolarità (tipo non farsi dare scontrini o ricevute da un esercizio pubblico o da un dentista).
Stabiliti questi confini, vediamo quali sono i limiti.
LIMITI IMPRENDITORI.
Per gli imprenditori i limiti di versamento e prelievo sono fissati in mille euro per operazione e in cinquemila per giorno. (con obbligo di giustificazioni nelle scritture contabili).
LIMITI PER I PRIVATI
Prelievi e versamenti
Per i privati invece non ci sono limiti per prelievi e versamenti (salvo su richiesta di dimostrare l'origine del denaro del quale si ha la disponibilità).
Pagamenti
Ci sono però dei limiti nei pagamenti in contanti.
Fino a 2.999,99 euro viene giudicata una cifra modica: il privato che li spende o che li riceve, sempre nei limiti fino a tremila a transazione è nel suo diritto.
Da e sopra i tremila euro è invece tenuto a registrare l'operazione attraverso un Notaio (ma ovviamente consigliamo di procedere con un bonifico bancario, molto meno costoso di un Notaio, quando non totalmente gratuito).
Pagamenti rateali
Se si procede a pagamenti per importi da tremila euro in su si può procedere rateizzando l'importo, ma le norme stabiliscono che queste rate devono essere previste da un accordo commerciale.
In ogni caso la somma delle rate versate in un periodo di sette giorni deve essere inferiore ai tremila euro.
CONSIGLI
Stabiliti limiti, usanze e prudenze per imprenditori e per privati non sarebbe preferibile limitare l'uso del contante all'indispensabile?
Oltre alle transazioni bancarie ci sono carte di credito, carte di debito e carte prepagate di tutti i tipi e per tutti i gusti, a costi spesso irrisori o addirittura gratuiti; senza limiti o con limiti molto elevati.
A parte il fascino del denaro 'fisico' , l'odore dei soldi, il piacere di maneggiarli e mostrarli, i vantaggi dei vari strumenti messi a disposizione da banche, istituti finanziari e organizzazioni varie sono molteplici: vale la pena rinunciarci?
di Redazione